Le hostess italiane nel deserto di Gheddafi: “Altro che bunga bunga. Vuole che il nipote sposi una di noi”

Da Tripoli a Roma, sono appena tornate le hostess italiane ospiti del colonnello Muammar Gheddafi. Sono venti in tutto, si chiamano Clio Evans, Rea Beko, Francesca Grasso.

«Il Colonnello ce l’aveva già detto a Roma. Il suo intento è da sempre quello di far incontrare i giovani dei due Paesi, possibilmente favorendo i matrimoni misti e l’intreccio tra le due culture», spiega Clio Evans, 24 anni, attrice mezzo inglese e mezzo romana al Corriere della Sera.

«Ma quale Bunga bunga? Forse il latte caldo di cammello e i datteri a colazione. La verità è che il raìs ci ha trattato da regine. Sotto la tenda abbiamo scherzato a lungo. Ad un certo punto lui si è avvicinato e mi ha detto: Qualcuno qui vuol chiedere la tua mano… Allora io sono sbiancata, ho pensato per un attimo che mi volesse in moglie. Poi finalmente si è scoperto l’arcano: era suo nipote che mi voleva sposare. Un bellissimo ragazzo, il Colonnello me lo ha presentato, poi mi ha chiesto in inglese: You agree? Sei d’accordo? Io gli ho detto: alt, calma, da noi si usa che prima ci si conosce».

Clio e il nipote di Gheddafi avevano un tavolino solo per loro due: «Ben presto son diventata lo zimbello delle mie compagne. Comunque con Ghazali (così si chiama il promesso sposo, ndr) adesso ci mandiamo delle e-mail. Se son rose fioriranno. Però io gliel’ho già detto: resto cristiana…».

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luiss_smorgana