L’esplosione più violenta che si sia mai verificata fino ad ora nello spazio è stata osservata da Fermi, il telescopio spaziale della Nasa con un cuore italiano, e descritta questa settimana sulla rivista Science.
È un record, quello registrato dal satellite lanciato nel 2008, al quale l’Italia partecipa con Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
Gli strumenti italiani Gamma-Ray Burst Monitor (Gbm) e Large Area Telescope (Lat) hanno osservato una catastrofe cosmica (Grb 080916C) frutto del collasso di una stella distante 12 miliardi di anni luce.
«Un getto di materia altamente ionizzato si è propagato nel cosmo a una velocità prossima a quella della luce», spiega il responsabile di Fermi per l’Infn, Ronaldo Bellazzini.
Alla catastrofe è collegato un fenomeno che ha messo in allerta i fisici di tutto il mondo: le particelle di luce (fotoni) ad alta energia emesse nel lampo gamma possono avere una velocità diversa rispetto a quelle di minore energia emesse nello stesso momento dalla stessa sorgente.
E nel caso osservato da Fermi è stato misurato il loro ritardo: «un ritardo di cinque secondi su un viaggio di 12 miliardi di anni è importante» dice la responsabile di Fermi per l’Inaf, Patrizia Caraveo.
Una risposta potrà venire dall’osservazione di fenomeni simili.
Per questo, rileva il responsabile dell’Asi Science Data Center, Paolo Giommi, «sono attive, 24 ore su 24, squadre di ricercatori internazionali che hanno il compito di cogliere e analizzare in tempo quasi reale questi eventi».