Un’India ancor più popolata, fino all’invivibilità. È il quadro disegnato dal rapporto della società di ricerca McKinsey Global Institute dedicato alle sfide dell’urbanizzazione.
La relazione, presentata ieri, riguarda l’India del 2030, e mette in guardia il governo: le metropoili del paese diventeranno invivibili se nonsi investirà massicciamente in acquedotti, trasporti pubblici, fognature e raccolta dei rifiuti.
Secondo le proiezioni, nei prossimi vent’anni la popolazione raddoppierà, passando da 340 milioni di oggi a 590 milioni. Spevantose anche le concentrazioni negli agglomerati urbani: la gran parte degli abitanti vivrà a New Delhi, Mumbai e in un’altra decina di metropoli. E dalle aree metropolitane proverrà il 70% della ricchezza nazionale.
Per accogliere questa enorme popolazione, per la maggior parte giovane, sono necessari enormi investimenti in opere pubbliche. Secondo il rapporto, dovranno essere stanziati 1.200 miliardi di dollari nei prossimi venti anni,cioè 134 dollari pro capite: otto volte di più di quantoviene speso oggi dallo stato per le infrastrutture urbane.
Nel dettaglio, l’India avrà bisogno di costruire dai 350 ai 400 chilometri di metropolitane all’anno e tra i 19 mila e 25 mila chilometri di strade ogni 12 mesi per evitare il caos del traffico. Ma sarà anche necessario intervenire per garantire ai cittadini i servizi di base.
Secondo gli esperti, nei prossimi due decenni, se continuerà la fuga dalle campagne, la disponibilità procapite di acqua sarà dimezzata, due terzi delle fognature non saranno trattati e le città saranno seppellite da milioni di tonnellate di rifiuti.
