L’aviazione civile indiana ha sfiorato la seconda tragedia in 48 ore: il 24 maggio un aereo della compagnia SpiceJet con 188 passeggeri a bordo è stato costretto ad un atterraggio di emergenza, per fortuna senza conseguenze, nell’aeroporto di New Delhi. A causare il ritorno a terra è stata la perdita di una sezione di uno pneumatico e di piccole parti del carrello durante il decollo per la città settentrionale di Srinagar.
Un portavoce dello scalo indiano ha confermato che “la torre di controllo ha comunicato al pilota del volo SG224 che sulla pista erano stati rilevati parti staccatesi dalle ruote dell’aereo e che quindi era necessario tornare immediatamente indietro, per un atterraggio di emergenza che si è concluso senza problemi alle 14.40 (le 11,10 italiane). Tutti i passeggeri sono in buona salute – ha concluso il portavoce – ed ovviamente sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta”.
La mattina del 22 maggio un aereo della compagnia Air India Express proveniente da Dubai era uscito di pista al momento dell’atterraggio a Mangalore (India meridionale) finendo in una scarpata. Sono stati 158 i morti di quello che ha costituito il terzo più grave incidente aereo indiano di tutti i tempi.