
NEW DELHI – Ventisette morti, tra cui i vertici locali del partito del Congresso dello stato nord orientale del Chhattisgarh. E’ il bilancio di un agguato realizzato dai maoisti indiani nell’area dove ci sono le roccaforti dei ribelli.
L’imboscata è avvenuta nel tardo pomeriggio di sabato in una zona isolata del distretto di Sukna, a oltre 300 chilometri dal capoluogo di Raipur, dove il convoglio di politici, scortato dalla polizia, stava transitando di ritorno da un comizio. Un centinaio di guerriglieri, pesantemente armati, hanno fatto esplodere una mina e poi hanno aperto il fuoco. Tra le vittime c’è il leader del Congresso del Chhattisgarh, Nand Kumar Patel, trovato morto insieme a suo figlio. I due erano stati rapiti dopo l’agguato.
I ribelli hanno ucciso anche un altro importante esponente politico, Mahendra Karma, fondatore nel 2005 della milizia tribale anti maoista Salwa Judum e un ex parlamentare Uday Mudaliar. Altri 30 attivisti sono stati feriti. L’attentato è stato duramente condannato dalla leader del Congresso Sonia Gandhi e dal figlio Rahul come un ”attacco alla democrazia”.
La Gandhi e il primo ministro Manmohan Singh parteciperanno a una riunione di emergenza del partito nel capoluogo di Raipur. Una settimana fa, l’esercito indiano aveva ucciso otto civili, tra cui diversi bambini, durante uno scontro a fuoco con sospetti maoisti in un villaggio agricolo nella regione tribale di Bastar, sempre in Chhattisgarh. I ribelli controllano un ”corridoio rosso” nell’India orientale dal confine con il Nepal fino all’Andhra Pradesh. Secondo il governo di New Delhi sono ”la piu’ grande minaccia alla sicurezza interna”. Alcuni anni fa, le autorita’ indiane avevano deciso di lanciare un’offensiva militare che è però stata abbandonata per via degli stretti legami tra i maoisti e le popolazioni tribali.
