India: Francesco ucciso in un triangolo amoroso

Francesco Montis, il ragazzo di 30 anni morto in India

Secondo gli investigatori, Francesco Montis, il ragazzo di 30 anni di origine sarda morto in circostanze misteriose durante una vacanza a Varanasi in India, sarebbe stato ucciso da una coppia di amici con cui divideva sesso e droga.

La loro amicizia era nata a Londra, poi tutti e tre avevano deciso di partire per l’Oriente. Proprio nella città di Varanasi, la città più sacra del Subcontinente, l’armonia fra i tre giovani italiani, espatriati per lavoro nel Regno Unito e turisti in India dal 28 dicembre, s’incrina in modo fatale. Francesco, che per primo era riuscito a conquistare Elisabetta, cade in «forte depressione» non appena lei inizia ad avere una relazione con Tomaso. L’amicizia, quindi, si trasforma in un triangolo amoroso: è questa la tesi della polizia indiana che sta indagando sulla morte di Francesco.

I due compagni di viaggio, Elisabetta Boncompagni, 36 anni, torinese e Tomaso Bruno, 27 anni, di Albenga ora si trovano nel carcere di Varanasi con l’accusa di aver ucciso Francesco. Il vice-commissario della città, Sageer Ahmad, dice che l’autopsia «non lascia dubbi»: è stato omicidio. In più, parla dell’esistenza di «prove circostanziali» e del fatto che i tre facevano uso di droghe e dormivano nella stessa camera d’albergo. Proprio da quella stanza, la mattina del 4 febbraio, Elisabetta e Tomaso telefonano alla hall chiedendo di chiamare un’ambulanza: il loro amico sta male. Francesco viene portato via in uno stato di semicoscienza, ma quando arriva in ospedale non c’è più niente da fare. I due chiamano l’ambasciata italiana di Nuova Delhi per avvertire della morte dell’amico. Ma 48 ore dopo la polizia li arresta: l’autopsia parla di morte per asfissia da strangolamento e sei ferite da oggetto contundente sulla testa e sul collo.

Elisabetta e Tommaso dicono che l’accusa è falsa, che loro tre erano solo buoni amici e, soprattutto, che Francesco non stava bene di salute. Anche la famiglia Montis ha scritto alla procura indiana per spiegare che loro figlio soffriva di una patologia respiratoria. Un problema che potrebbe essersi complicato durante il soggiorno in India fino a causarne la morte. Da Terralba, provincia di Oristano, la mamma, Anna Rita Conca, dice di non avere alcun dubbio: «Francesco non è stato ammazzato». Intanto però Elisabetta e Tommaso si trovano in carcere in India da due mesi.

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