Una coppia tedesca, dopo due anni, potrĂ finalmente portare a casa due gemellini nati da un “utero in affitto”. Sono stati concepiti in una clinica dello stato settentrionale indiano del Gujarat. Ma erano sorti problemi sulla cittadinanza dei due bambini. Erano infatti “apolidi” perchĂ©  nĂ© la Germania nĂ© l’India avevano concesso loro la cittadinanza. Il caso aveva messo in difficoltĂ anche la Corte Suprema indiana, il massimo organo giudiziario del paese, chiamata a pronunciarsi sul caso.
Dopo un lungo braccio di ferro, i tedeschi Jan Balaz e Susan Anna Lohlad sono riusciti ad ottenere dall’India un “visto di uscita” per i loro bambini nati nel febbraio 2008 da una madre indiana surrogata. Da alcuni anni l’India è diventata una destinazione preferita per le coppie sterili, gay o single che vogliono avere figli. L’affitto di un utero ha costi molto ridotti rispetto agli Stati Uniti, dove le gravidanze surrogate sono legali. In India manca perĂ² una legislazione sulla materia. Il governo indiano sta in questi mesi mettendo a punto un progetto di legge sulla riproduzione assistita che stabilirĂ delle regole sullo status giuridico dei neonati e conterrĂ anche norme etiche. Secondo quanto scrive il Times of India, in base alla nuova bozza di legge le coppie omosessuali non potranno ricorrere alla maternitĂ surrogata.