La scrittrice e pacifista indiana Arundhati Roy è stata denunciata dalla polizia di New Delhi con l’accusa di ”sedizione” contro lo Stato indiano per le sue opinioni espresse in un convegno sul Kashmir il mese scorso. Lo riferiscono oggi i media locali precisando che la denuncia è scattata in seguito all’ordine di un tribunale che la scorsa settimana aveva accolto una petizione di un privato cittadino.
La denuncia riguarda anche il leader separatista Syed Ali Geelani che nella stessa occasione aveva pronunciato un discorso a favore dell’autodeterminazione della popolazione del Kashmir. Nel seminario, organizzato nella capitale indiana il 21 ottobre, la Roy aveva detto che ”il Kashmir non è parte dell’India” sollevando vivaci reazioni da parte dei gruppi della destra nazionalista indù.
Alcuni giorni dopo, in un comunicato da Srinagar, capoluogo della vallata mussulmana, si era difesa precisando di ”avere detto quello che pensano milioni di persone e quello che altri commentatori sostengono da anni”. ”Parlo a difesa della giustizia per il popolo del Kashmir che vive sotto la più brutale occupazione militare del mondo” aveva aggiunto ribadendo la sua posizione anti-indiana.
In base al codice penale indiano, il reato di attività sediziosa è punito con la pena dell’ergastolo.
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