Secondo l’agenzia Fars sono stati liberati dalla polizia i sei ostaggi. Inizialmente era stata l’agenzia Mehr a parlare di 6 ostaggi rapiti ma la notizia è stata subito dopo oscurata dal sito tanto che sul destino di queste sei persone era nato una sorta di giallo.
La folla, si vede in alcune immagini trasmesse dalla tv di Stato, ha lanciato delle pietre che hanno infranto alcuni vetri dell’ambasciata e ha bruciato bandiere del Regno Unito e di Israele. Poi ha sostituito il vessillo britannico con la bandiera iraniana. Alcuni hanno anche lanciato molotov e un piccolo edificio è stato dato alle fiamme. I manifestanti che hanno assaltato l’ambasciata britannica a Teheran stanno incendiando i documenti che hanno sottratto agli uffici della sede diplomatica. Centinaia di studenti sono entrati nel parco Qolhak a nord di Teheran, di proprietà britannica, e hanno sottratto documenti ”segreti” e collegati ad attività di ”spionaggio”.
La “miccia” che ha preparato il clima per l’assalto di oggi è di appena due giorni fa. Il 27 novembre il Parlamento di Teheran ha di fatto votato per espellere l’ambasciatore britannico. Due giorni fa i deputati hanno approvato a maggioranza una legge che riduce i rapporti diplomatici ed economici con Londra al solo livello di incaricato di affari, in risposta alle sanzioni approvate da Londra dopo l’ultimo rapporto dell’Aiea, l’agenzia sul nucleare, sul programma atomico iraniano. Ma gli umori nell’aula erano piuttosto accesi, con un parlamentare a dire che è ora di ”mettere i lucchetti” all’ambasciata, mentre un altro è andato oltre, evocando un assalto alla rappresentanza diplomatica sull’esempio della presa degli ostaggi nel 1979 nell’ambasciata Usa di Teheran, ”covo di spie”, e della lunga crisi che ne era seguita (da allora gli Usa non hanno più relazioni diplomatiche con la Repubblica islamica).
Non a caso, quindi, uno degli slogan scanditi è che l’ambasciata inglese è un altro ”covo di spie”, ossia lo stesso appellativo usato dagli studenti nel 1979. Il 4 novembre 1979 un gruppo di 500 studenti circa (anche se le testimonianze discordano e variano da 300 a 2000) assaltò l’ambasciata. Di lì a poco furono mostrati alle televisioni gli ostaggi, presentati con gli occhi bendati, e furono fatte alcune richieste di riscatto, tra le quali quella di estradizione dello Scià perché potesse venire giudicato riguardo a “crimini contro il popolo iraniano”.
Sei persone tra quelle che al momento dell’attacco si trovavano all’interno dell’ambasciata riuscirono a fuggire e a trovare rifugio all’interno dell’appartamento di uno di loro; successivamente questi riuscirono a lasciare il paese grazie alla collaborazione dell’ambasciata canadese, che fornì loro i documenti falsi con i quali poterono espatriare in sicurezza il 28 gennaio 1980. La decisione di concedere ai sei diplomatici tali documenti fu presa dal parlamento canadese, riunito in seduta segreta per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale, il quale approvò un provvedimento ad hoc per consentire loro la fuga. Altri tredici ostaggi, donne ed afroamericani, furono liberati tra il 19 ed il 20 novembre 1979 ed un ultimo ostaggio malato di Sclerosi multipla fu liberato l’11 luglio 1980.
LA REAZIONE DI TEHERAN – Il ministero degli Esteri di Teheran ha fatto sapere in un comunicato che ‘deplora’ l’attacco contro l’ambasciata britannica e aggiunge di essere impegnata a garantire la sicurezza dei diplomatici.
A seguire le immagini dell’assalto (foto Ap/LaPresse)