Due persone imputate per la morte di tre giovani arrestati nelle manifestazioni di protesta dello scorso anno in Iran e deceduti per le violenze subite durante la detenzione sono state condannate a morte da un tribunale militare. Lo riferisce l’agenzia Irna, senza fornire i loro nomi. Altri nove imputati sono stati condannati a varie pene detentive e a un numero imprecisato di frustate e un altro è stato assolto. Tutti i condannati potranno presentare appello contro la sentenza.
I decessi di Mohammad Kamrani, Mohsen Ruholamini e Amir Javadifar sono avvenuti per i maltrattamenti subiti nel centro di detenzione di Kahrizak, a sud di Teheran, dove molti dei manifestanti arrestati erano stati rinchiusi durante le manifestazioni di protesta seguite alla rielezione del presidente Mahmud Ahmadinejad nella consultazione del 12 giugno 2009.
Le notizie trapelate sulle violenze avevano indotto la Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, a ordinare la chiusura del centro di detenzione. Mohsen Ruholamini, tra l’altro, era il figlio di un esponente politico del fronte conservatore.
Nel marzo di quest’anno il potere giudiziario aveva annunciato l’apertura di un processo per quegli episodi davanti ad un tribunale militare. Dodici erano gli imputati, di cui 11 agenti di polizia. Ma i loro nomi e il loro grado non sono stati mai resi noti. Decine di persone sono morte nella repressione delle proteste di piazza dello scorso anno e migliaia sono state arrestate. Alcune centinaia, secondo l’opposizione, sono ancora detenute. Due oppositori, entrambi ventenni, condannati a morte nei processi seguiti alle manifestazioni sono stati impiccati il 28 gennaio scorso.
