Isis. Amman, centinaia per libertà pilota con scambio kamikaze mancata Sajida

Sajida al Rishawi

LIBANO, BEIRUT – Centinaia di persone hanno manifestato nella capitale giordana Amman innalzando le foto di Muadh al-Kassasbe, il pilota nelle mani dell’Isis, chiedendo al governo di rilasciare Sajida al-Rishawi.

Sajida è la kamikaze mancata che lo stato islamico chiede sia liberata in cambio della vita dell’ostaggio giapponese Kenji Goto e di quella del pilota. Lo riferiscono i media giordani.

Sajida al Rishawi, la donna irachena di cui l’Isis ha chiesto la liberazione in cambio del rilascio di un ostaggio giapponese,  ha 45 anni e da dieci si trova in un carcere giordano, condannata alla pena capitale.

Era stata arrestata nel novembre 2005 ad Amman, unica superstite di un quartetto di kamikaze che aveva fatto saltare in aria i saloni dell’hotel Radisson Sas durante un banchetto di nozze e altri due alberghi: le vittime furono 61, tra gli attentatori suicidi morì anche il marito della donna, che invece non era riuscita ad attivare la cintura esplosiva ed era fuggita approfittando del panico generale.

Individuata quattro giorni più tardi a Salt, cittadina allora considerata roccaforte islamica 30 chilometri a nord della capitale giordana, fu arrestata e portata in televisione per una sorta di confessione pubblica. Nell’occasione fu mostrato un corpetto esplosivo e Sajida al Rishawi spiegò il funzionamento dell’ordigno e la dinamica dell’attentato che non era riuscita a compiere. La condanna a morte, da eseguirsi per impiccagione, fu emessa nel settembre 2006 ad Amman dalla Corte di Sicurezza dello Stato che la ritenne colpevole di “atti di terrorismo” e “possesso di armi per fini illegali”.

Stesse accuse e stessa sentenza per altri sei accusati, processati però in contumacia: un’altra donna irachena (Hyam Ali Hassan) e cinque uomini, di cui uno giordano. Durante le prime fasi dibattimentali del processo cominciato in aprile, Rishawi aveva parzialmente ritrattato dicendo di essersi sposata solo il giorno prima di entrare in Giordania e di essere arrivata ad Amman per organizzare il suo matrimonio. Non era stata creduta e successivamente aveva ammesso di aver voluto vendicare i suoi tre fratelli uccisi dalle truppe Usa in Iraq.

La difesa aveva anche tentato senza successo la linea dell’instabilità mentale. Della donna non si è parlato più fino al giugno 2007, quando a Gaza l’Esercito dell’Islam (simpatizzante di al Qaida) sequestrò il giornalista della Bbc, Alan Johnston, e per il suo rilascio chiese la scarcerazione di due ideologi di al Qaeda e, appunto, della kamikaze mancata.

La richiesta fu respinta anche dai palestinesi di Hamas, che con decisione presero le distanze dall’organizzazione terroristica. E fu la stessa Hamas a ottenere, dopo tre settimane di assedio ai rapitori e snervanti trattative, il rilascio del giornalista britannico, con Sajida al Rishawi che rimase in carcere.

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lgermini