BAGHDAD – I cristiani iracheni prendono le armi, pronti a combattere per riconquistare i loro villaggi occupati dall’Isis. In seicento sono entrati a far parte delle milizie curde dei Peshmerga dopo un periodo di addestramento. Una cerimonia al termine del periodo di addestramento si è svolta nel campo militare di Fishkhabur, vicino al confine con la Turchia. Le reclute cristiane hanno dato vita a una parata militare e si sono esibite in alcune prove di coraggio, come il salto attraverso cerchi di fuoco. Il comandante del campo, generale Abu Bakr Ismael, ha sottolineato che sono tutti volontari.
Decine di migliaia di cristiani sono stati costretti a lasciare le loro case in Iraq e a rifugiarsi nel territorio della regione autonoma del Kurdistan la scorsa estate, quando le forze dello Stato islamico hanno compiuto una fulminea offensiva nel Nord impadronendosi dell’intera provincia di Ninive, di cui Mosul è capoluogo, e di gran parte di quella di Salahuddin. Con loro si sono dati alla fuga molti sciiti, odiati dai fondamentalisti sunniti del Califfato di Abu Bakr al Baghdadi, e Yazidi, altra importante minoranza insediata nella regione, accusati di essere ‘adoratori del diavolo’. E proprio volontari sciiti, Yazidi e a questo punto anche cristiani sono ora pronti a partecipare alla controffensiva. Nel Nord-Est della Siria, anch’esso in parte nelle mani dello Stato islamico, le milizie dei cristiani assiri si battono gia’ da tempo al fianco dei curdi dell’Ypg contro i jihadisti. E diversi miliziani sono caduti il mese scorso cercando invano di difendere alcuni villaggi nella provincia di Al Hasakah, lungo il fiume Khabur, dove almeno 200 abitanti sono stati rapiti.
La maggior parte di loro sono stati in seguito liberati. In Iraq, intanto, sono migliaia i volontari delle milizie sciite che appoggiano le forze di Baghdad nei combattimenti per la riconquista di Tikrit, la città natale di Saddam Hussein, 130 chilometri a Nord della capitale, capoluogo della provincia di Salahuddin. L’avanzata delle forze lealiste dai quartieri periferici verso il centro della citta’ e’ rallentato dalle cariche esplosive lasciate dai jihadisti lungo le strade, dai cecchini e dagli attentati suicidi. Fonti di polizia riferiscono che sei soldati e miliziani sono stati uccisi oggi da un’autobomba guidata da un kamikaze in un quartiere occidentale. Rispondendo ai timori di rappresaglie sulla popolazione sunnita di Tikrit, sospettata di collaborazionismo con l’Isis, il primo ministro Haidar al Abadi, sciita, ha detto che le autorita’ di Baghdad “manterranno l’ordine ed eserciteranno un fermo controllo” per impedire violenze. .