TUNISI – Quello di martedì 24 novembre a Tunisi è stato un attentato dell’Isis. A fare esplodere il bus con a bordo gli uomini della guardia presidenziale sarebbe stato un kamikaze fedele al Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi. Si tratta di Abou Abdallah Tounsi, ritratto anche in un fotogramma che il sedicente Stato Islamico ha fornito insieme alla rivendicazione. Il messaggio, riportato da al Jazeera e su molte pagine Twitter, si conclude con una minaccia a tutte le forze dell’ordine e ai militari.
“Uno dei cavalieri martiri, Abou Abdallah el Tunessi – si legge nella rivendicazione – è riuscito ad infiltrarsi in un bus e ha fatto esplodere la sua cintura esplosiva per uccidere almeno 20 apostati”. “Il tiranno della Tunisia – prosegue minaccioso il messaggio – sappia che non saranno al sicuro e che noi non ci fermeremo fino a quando la Sharia di Allah non sarà applicata in Tunisia”.
La forte esplosione è avvenuta proprio nel centro della capitale tunisina, nella centrale Avenue Mohamed V, nel pressi dell’ex sede del partito di Ben Ali RCD e a due passi dal Ministero dell’Interno.
Si tratta del terzo attentato di natura terroristica in Tunisia, dopo l’attacco del 18 marzo al Museo del Bardo, sempre nella capitale, e la strage sulla spiaggia di Sousse dello scorso 26 giugno, anche quella rivendicata dall’Isis. A ottobre scorso era stato consegnato il Nobel per la Pace al National Dialogue Quartet tunisino per il suo contributo decisivo nella costruzione di una democrazia pluralistica dopo la cosiddetta rivoluzione dei gelsomini.