Israele sbarra le porte a Noam Chomsky. Al linguista ebreo-americano le autorità hanno vietato l’ingresso nella cosiddetta West Bank palestinese, ovvero la sponda occidentale del fiume Giordano, in Cisgiordania.
Chomsky, una delle voci accademiche più critiche delle politiche israeliane nel conflitto con i palestinesi, avrebbe dovuto parlare alla Bir Zeit University vicino Ramallah. Secondo una portavoce del ministero dell’Interno di Gerusalemme, Sabine Haddad, ha subito chiarito che il respingimento del docente sia stato semplicemente frutto di un malinteso.
Alcune indiscrezioni invece hanno denunciato la presenza del nome di Chomsky all’interno di una blacklist israeliana. E le parole che il professore ha riservato al Paese potrebbero avere infastidito le autorità: nel 2009 infatti il professore disse che “chi sostiene Israele, sostiene la sua degenerazione morale”.
Ai microfoni della tv Al Jazeera il diretto interessato ha commentato il no alla dogana, riservato anche a sua figlia: “Al governo israeliano non piace quello che dico e si comportano come qualsiasi altro governo al mondo”. Chomsky, negando ogni equivoco, ha rifiutato di entrare nella West Bank per mancanza di tempo, nonostante il problema fosse stato risolto.