Il volume destinato alle scuole secondarie offriva anche una versione degli eventi diversa da quella ufficiale israeliana, spiegando che “i palestinesi e i Paesi arabi sostengono che la maggior parte di quei profughi erano civili cacciati ed espulsi dalle loro case dalle forze ebraiche, con una politica di pulizia etnica”.
La questione dei profughi palestinesi è una delle più delicate di tutto il processo di pace mediorientale. Il governo di destra guidato da Benjamin Netanyahu si è impegnato a rafforzare l’identità ebraica, anche nelle scuole.
Nel dicembre 2006 l’allora ministro dell’Educazione israeliano, Yuli Tamir, aveva causato forti polemiche sostenendo che i libri scolastici dovessero indicare anche i conini israeliani precedenti alla Guerra dei Sei giorni del 1967, che portò all’occupazione della Striscia di Gaza, della Cisgiordania e delle alture del Golan.