Quel maledetto giorno del 1991 doveva essere come tanti altri: Jaycee Dugrad è uscita per andare a scuola, come fanno tutti i bambini di 11 anni. Solo che, a casa, la bambina è tornata 18 anni dopo.
È uscita bambina ed è tornata madre di due figli, frutto di un incubo fatto di oltre un decennio di violenze. Un uomo l’ha fatta salire su una macchina è l’ha portata via, l’ha nascosta a casa sua e l’ha violentata, cosa che si è ripetuta innumerevoli volte, con la complicità e il silenzio della moglie, per tutti questi anni.
Tutta l’America si chiede come sia possibile nascondere una persona in casa per così tanto tempo. Ci sono i vicini, e c’è anche la polizia che prima di arrestare i due aguzzini, i coniugi Garrido, aveva già fatto una perquisizione a casa loro. Senza trovare nulla.
Semplicemente, i poliziotti avevano “dimenticato” di controllare il retro del giardino. Una strana omissione visto che c’era stata la segnalazione di quella strana coppia (una minorenne in compagnia dell’uomo) e, soprattutto, c’erano delle tende improvvisate e coperte di stracci.
Adesso che Jaycee è tornata, forse il mistero si potrà sciogliere perchè la ragazza, a un mese e mezzo dalla liberazione datata 25 agosto, ha deciso di rompere il silenzio, concededendo un’intervista al settimanale People.
Una scelta motivata con il desiderio di «condividere con il mondo la sua gioia e mostrare come adesso stia bene».
Eppure Jaycee, che ha concesso alla rivista anche una foto, qualche segno di un incubo durato 18 anni, come inevitabile, ancora lo porta. Per esempio, la ragazza ha scelto di non affrontare di persona il giornalista, limitandosi a rispondere alle domande per iscritto.
Nell’intervista la ragazza ha raccontato al People come passa le sue giornate tra equitazione e chiacchierate con la sorella minore, Shayna, nata pochi mesi dopo l’inizio della sua prigionia. Tra i programmi di Jaycee anche la stesura di un libro (diritti già acquistati da un editore) che racconti il periodo di prigionia.
Jaycee era stata sequestrata, a soli 11 anni, nel 1991 nel giardino della sua abitazione di South Lake Tahoe, in California. Autori del rapimento una coppia di coniugi, Phillip Craig Garrido, 58 anni e dalla moglie Nancy, 54.
I due avevano portato la bimba nella loro abitazione e qui erano iniziate le violenze. Diciotto anni di stupri da parte dell’uomo con la compagna connivente. Jaycee in quel periodo ha messo al mondo due figli, Angel e Starlit, rispettivamente di 15 e di 11 anni, che ora sono tornati a vivere con lei, nella casa di South Lake Tahoe.
A liberazione avvenuta, però, i misteri non mancano. Come è possibile partorire due bambini senza che nessuno sospetti nulla e nulla trapeli? Come si può nascondere una persona per 18 anni dentro ad un giardino? Come si può effettuare una perquisizione, a casa di un uomo che ha precedenti penali per molestie sessuali dimenticandosi del luogo più sospetto?
E c’è dell’altro. Dopo il 25 agosto le segnalazioni sui coniugi Garrido si sono moltiplicate: c’è chi dice di averlo visto con una bambina, chi con due. Sempre minorenni. Gli investigatori, rovistando tra le sue proprietà avevano riportato in superficie ossa umane. Sono scattati subito gli esami e i controlli incrociati con le bambine scomparse. Poi l’allarme è rientrato: le ossa c’erano ma erano antiche, attribuite ad alcuni Indiani d’America.
Il sospetto che Garrido, che si dichiara innocente anche nel caso del sequestro di Jaycee, sia uno stupratore e un assassino seriale resta. L’uomo, infatti, è indagato anche per una serie di omicidi di prostitute avvenuti nella zona a cominciare dagli anni ’80.
Sui motori di ricerca il nome di Jaycee è tra i più digitati. Tutti cercano risposte che difficilmente arriveranno con l’intervista. E tutti i misteri legati al suo caso rimangono, almeno per ora, senza risposta.