ROMA – L’effetto “invecchiato” sui jeans fa male ai lavoratori? Secondo la denuncia della Clean Clothes Campaign se si usa ancora la tecnica della sabbiatura nelle fabbriche “i lavoratori rischiano di ammalarsi di silicosi”. L’inalazione delle polveri sarebbe letale per chi viene a contatto e così l’Unione europea ha stabilito un tetto: la percentuale di silice nella sabbia non può superare l’1%.Per ottenere le chiazze bianche sui pantaloni il denim è trattato con un processo erosivo attraverso dei compressori ad aria che sparano la sabbia: sandblasting in inglese.
Cosa succede invece in Paesi come Bangladesh, Turchia o Cina dove i controlli sono meno ferrei. Stando alla denuncia targata Clean Clothes Campaign, in alcune strutture i jeans vengono “scoloriti” con una sabbia che contiene fino al 90-95% di silice.
Da anni però è partita la lotta contro “la sabbiatura” e nel 2009 Ankara ha optato per il divieto di questa procedura. Clean Clothes Campaign, attiva in 14 Paesi europei, ha mandato alcuni operatori in sette fabbriche bengalesi per intervistare 73 lavoratori: “In nessuno dei 7 stabilimenti la sabbiatura è stata definitivamente abolita, qualunque siano state le istruzioni dei committenti, e spesso viene eseguita di notte in modo da non dare nell’occhio. Non solo: il livello di pericolosità è rimasto identico. Al contrario di quanto sostengono pubblicamente, i marchi non sono disposti a modificare lo stile dei loro prodotti o a modificare i tempi e costi di produzione per permettere ai fornitori di adottare metodi alternativi che comportano lavorazioni più sicure, con il risultato di continuare a incentivare l’uso, clandestino o alla luce del sole, della sabbiatura”.