L’assassino di John Lennon resta in carcere: negata, per l’undicesima volta, la libertà condizionata a Mark David Chapman.
Negata per l’undicesima volta la libertà vigilata all’assassino di John Lennon, Mark David Chapman.
In Italia, sarebbe fuori dalla galera già da un po’ e parteciperebbe ai talk show, rilascerebbe interviste.
Chapman, 65 anni, è in prigione dal 1980 per l’omicidio di Lennon fuori dal Dakota Building, nell’Upper West Side di Manhattan. Gli sparò quattro colpi di pistola.
Yoko Ono in precedenza ha dichiarato pubblicamente di essere contraria alla libertà vigilata di Chapman, perché potrebbe mettere in pericolo lei e i figli di Lennon, Julian e Sean.
Nel 2018, la commissione per la libertà vigilata ha affermato che lo stesso Chapman era più al sicuro in prigione che nel mondo esterno, dove qualcuno potrebbe volerlo uccidere per ottenere notorietà o per vendicare Lennon.
L’omicidio
L’8 dicembre del 1980, quando ha sparato e ucciso John Lennon, Chapman aveva 25 anni.
In seguito spiegò che all’epoca era arrabbiato per l’immensa fama raggiunta dall’ex Beatle.
Il giorno dell’omicidio, era andato al Dakota nel pomeriggio e aveva chiesto a Lennon di autografare un disco.
Quando Lennon tornò all’edificio con Yoko Ono verso le 22.30, Chapman era ancora lì.
Gli ha sparato quattro volte alla schiena e alla spalla.
Un’ora dopo Lennon, ricoverato in ospedale, è stato dichiarato morto.
Quando la polizia ha arrestato Chapman, aveva con sé una copia de “Il giovane Holden” di J.D. Salinger.
Al processo, ha rifiutato il tentativo dell’avvocato di presentare una dichiarazione di infermità mentale e si è dichiarato colpevole.
In prigione, per proteggerlo da altri detenuti, viene tenuto in isolamento contro la sua volontà.
Lavora come impiegato amministrativo e gli è permesso uscire dalla cella solo tre ore al giorno. (Fonte: Daily Mail)