Difficile non vederlo. Percorrendo la Route 22, non lontano da Hillside, New Jersey, giganteggia un cartellone che dal momento in cui è stato eretto ha subito suscitato polemiche. Su sfondo nero spiccano in caratteri gialli le seguenti parole con allegato indirizzo e-mail: ”La mia vita. La mia morte. La mia scelta. FinalExitNetwork.org”.
Il cartellone, che misura 15 metri per 4 1/2, è stato eretto a giugno e pagato dal Final Exit Network, un gruppo diffuso in tutto il Paese che fornisce assistenza agli adulti che desiderano por fine alla loro vita a causa di malattie incurabili o dolori insopportabili.
Finora di cartelloni come quello a Hillside ce ne sono altri due: a San Francisco e in Florida, e il loro scopo è far conoscere il Network e far capire la sua missione. I luoghi dei cartelloni, a quanto si apprende, sono stati scelti per la loro reputazione di essere socialmente progressisti, e nel caso della Florida, per l’alto numero di anziani pensionati che vi abita.
”Quello che stiamo cercando di fare è di rendere riconoscibile il Final Exit Network e di far sapere che esistiamo e che se la gente si sofferma a pensare a quello che possiamo fare, forse ci darà il loro appoggio”, dice Bob Levine, 88 anni, che ha fondato l’organizzazione dopo che la prima moglie è morta di cancro.
Levine ammette che le reazioni suscitate dai suoi cartelloni sono state diverse. C’è chi ha scritto ”Dio ti benedica, finalmente c’è qualcuno che ci capisce”, ma anche ”siete un branco di atei e dovreste finire in prigione”.
L’eutanasia è illegale in gran parte degli Stati Uniti. E’ legale negli stati di Washington, Oregon, Montana e, parzialmente, in Texas. Tentativi di legalizzare l’eutanasia sono stati compiuti con vari mezzi negli ultimi 20 anni.