A Srinagar, capitale del Kashmir indiano, un commando di guerriglieri apparentemente del movimento filo-pachistano Jamait-e-Mujahiddin, è rimasto asserragliato per ore all’interno dell’ hotel Lal Chowk, nel cuore della città. Poi, dopo circa 22 ore, i due terroristi sono stati uccisi dagli agenti che hanno fatto irruzione all’interno della struttura di cinque piani.
I due militanti islamici dell’irruzione, avevano preso in ostaggio decine di persone, mentre almeno altre 100 venivano evacuate da negozi, edifici ed un tribunale, nelle vicinanze. L’attacco, era cominciato con il lancio di bombe a mano e l’uso di armi automatiche che hanno causato la morte di uno o due agenti della polizia ed il ferimento di almeno altre sette persone, fra cui un cameraman di una tv locale.
Le forze di sicurezza avevano risposto al fuoco ingaggiando una sparatoria con gli aggressori. Nel frattempo, la polizia era intervenuta anche per disperdere un gruppo di manifestanti che nella vicina località di Abi Guzar si erano riuniti lanciando slogan di sostegno all’azione dei guerriglieri, e per allontanare nel quartiere di Maisuma altre persone che lanciavano pietre contro le forze dell’ordine.
Non è ancora chiaro quanti civili fossero nell’albergo al centro di Srinagar. Secondo la Pti un civile che era stato ferito ieri pomeriggio è morto in nottata a causa delle ferite riportate, mentre sono stati uccisi anche i due militanti pachistani del Jamait-e-Mujahiddin, lo stesso gruppo che ieri 6 gennaio aveva inviato via fax un comunicato stampa agli uffici locali di un’agenzia di stampa indiana.