«Un colpo di Stato» con ingerenze esterne: così il presidente kirghizo, Kurmanbek Bakiev, ha definito in un’intervista a Radio Eco di Mosca la conquista del potere da parte dell’opposizione, dopo i violenti scontri di ieri. Bakiev ha denunciato il presunto ruolo di forze esterne: «Non voglio indicare un Paese concreto – ha detto – ma senza forze esterne è praticamente impossibile compiere questa operazione ben coordinata».
«È una presa del potere armata, hanno fatto ubriacare la gente e l’hanno mandata in piazza restando alla larga», ha aggiunto all’emittente russa. «Sono stato rieletto recentemente, meno di nove mesi fa: è possibile che in questo breve periodo di tempo sia cambiata l’opinione del popolo?» ha ragionato così il presidente kirghizo, confermato lo scorso luglio con il 76,4% in elezioni bocciate però dagli osservatori dell’Osce.
Rispondendo ad una domanda, Bakiev ha affermato di non essere stato cercato dai dirigenti di altri Paesi dopo la rivolta che ieri ha portato al potere l’opposizione. «Può darsi che si siano rassegnati, che non sappiano la situazione creatasi a Bishkek», ha detto chiedendo l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale e ammettendo che la rivolta lo ha colto di sorpresa.