Kirghizistan, violenze etniche: sale il bilancio dei morti. Onu: 100 mila profughi in Uzbekistan
E’ salito a 170 morti il bilancio della rivolta in corso nelle città meridionali di Osh e Jalalabad, in Kirghizistan, secondo i dati forniti dal ministero della sanità. Restano negli ospedali 826 dei 1.762 feriti nei cinque giorni di scontri che hanno opposto kirghizi e uzbeki, costringendo questi ultimi a cercare di varcare i confini come profughi. Secondo il quotidiano russo Kommersant, il numero dei morti sarebbe molto più alto di quello fornito dal ministero della sanità, con almeno alcune centinaia di persone uccise con coltelli, armi da fuoco, alcune anche bruciate vive. Il ministro degli interni a interim Almavdek Atanbaiev ha detto di temere una destabilizzazione della situazione anche nella capitale Bishkek e in altre regioni. In Kirghizistan vive una percentuale di uzbeki vicina al 20%, ora nel mirino dei kirghizi.
Secondo l’inviato speciale delle Nazioni Unite Miroslav Jenca il numero di profughi fuggiti in Uzbekistan dopo le violenze etniche potrebbe arrivare presto a 100.000 e più. “Abbiamo ricevuto informazioni dalle autorità uzbeche che il numero di rifugiati ammassati sul lato uzbeco del confine è di 75.000 – ha detto Jenca a una conferenza stampa – ma questo numero sta crescendo e potrebbe presto superare i 100.000”.
Gli inviati speciali di Onu, Unione europea e Osce hanno invitato il Kirghizistan a tenere referendum ed elezioni come previsto, nonostante il conflitto etnico, e ad evitare che quest’ultimo si allarghi all’Asia centrale.