ROMA, 3 SET – Gli americani hanno inviato almeno otto volte sospetti terroristi in Libia perché fossero interrogati, nonostante la fama del regime di Muammar Gheddafi di far ricorso alla tortura. E' quanto emerge da alcuni documenti trovati nella sede dell'intelligence a Tripoli, dopo la presa della citta' da parte dei ribelli. Lo scrive il New York Times in un reportage.
Anche se e' noto che i servizi segreti occidentali collaboravano con la Libia da quando Tripoli aveva rinunciato a dotarsi di armi non convenzionali nel 2004 – prosegue il quotidiano Usa – i file abbandonati mostrano che la cooperazione era molto piu' estesa di quanto si pensasse, sia con la Cia che con il britannico MI6. Secondo i documenti, sembra che l'agenzia britannica fosse disposta a rintracciare numeri di telefono per conto dei libici.
I documenti sono stati scoperti ieri da giornalisti e da Human Rights Watch. Si tratta di tre raccoglitori in inglese, uno con il logo della Cia, gli altri due con il simbolo dell'MI6, e altri in lingua araba. Il New York Times precisa che e' stato impossibile verificarne l'autenticita', e che nessuno dei documenti era scritto su carta intestata. Ma alcuni di questi fanno esplicito riferimento alla Cia, e i loro dettagli sembrano coerenti con quanto si sa del trasferimento da parte degli Usa di sospetti terroristi all'estero per gli interrogatori.
Un portavoce della Cia, Jennifer Youngblood, ha rifiutato di commentare, ma aggiunto: ''Non puo' essere una sorpresa che la Cia collabori con governi stranieri per proteggere il nostro paese dal terrorismo e da altre minacce mortali''. Il Foreign Office ha ribadito invece che ''la politica del governo e' di non commentare questioni di intelligence''.
