Il ministro norvegese dell’Ambiente Erik Solheim e’ intervenuto in difesa dell’economista Muhammad Yunus, il fondatore della Grameen Bank, la banca del microcredito al centro di uno scandalo sollevato da una tv pubblica di Oslo. Lo sostengono oggi i media bengalesi. In un comunicato ufficiale, il politico sostiene che ”non risulta che i fondi norvegesi siano stati deviati o usati in modo improprio.
La questione è stata definita nel maggio del 1998 dall’allora governo con un accordo che prevedeva il rimborso delle somme”. Il commento è giunto dopo un rapporto presentato martedi’ scorso dall’Agenzia norvegese per la cooperazione allo sviluppo Norad che smentisce la sospetta malversazione dei finanziamenti concessi al ”banchiere dei poveri” nel 1996.
Un portavoce della banca premio Nobel per la pace, che aveva sempre negato le irregolarita’ finanziarie, ha espresso soddisfazione sull’esito delle verifiche, sperando ”che questo ponga fine a tutte le polemiche sulla Grameen”.
In base all’inchiesta dal titolo ‘Fanget i Mikrogjeld’ (Intrappolato nel microdebito), realizzata dal multipremiato giornalista danese Tom Heinemann e trasmesso il 30 novembre dalla tv nazionale norvegese, Yunus avrebbe girato segretamente alla Grameen Kalyan, una sua societa’ operante nel settore dei servizi per la salute, la somma di sette miliardi di taka bengalesi (74,5 milioni di euro). Il denaro era stato donato dal governo norvegese (ma anche da quelli di Svezia, Olanda e Germania) per finanziare prestiti a piccoli imprenditori attraverso la Grameen Bank. L’agenzia Norad aveva subito chiesto di rettificare l’errore, ma la restituzione e’ stata di soli due miliardi di taka (21,3 milioni di euro). Piu’ tardi, si sostiene, il denaro e’ stato trasformato in prestito della Grameen Kalyan alla Grameen Bank.