La Russa: “Per l’embargo alla Libia serviranno le navi, non solo italiane”

CATANIA – L’embargo delle armi è stato deciso dall’Onu come una delle sanzioni contro Gheddafi. E per farlo rispettare l’Italia è chiamata a un ruolo da protagonista: ”Al momento è stato deciso l’embargo delle armi da parte dell’Onu per la Libia. Per adesso sostanzialmente è un ordine ma non vi è alcuna struttura preposta a farlo rispettare coattivamente”. Lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa incontrando i giornalisti a Catania a bordo della nave San Giorgio. ”Se questo dovesse avvenire – ha proseguito – è chiaro che il braccio del Mediterraneo tra noi e la Libia diventa il punto principale e per farlo rispettare occorrono minimo 16 unità navali del tipo della San Giorgio”. ”La Sicilia insieme a Malta – ha continuato La Russa – diventa il punto di riferimento. E’ chiaro che le 16 navi non potrebbero essere solo italiane. In quel caso occorrerebbe un supporto multinazionale. Attualmente vi sono già alcune navi di altre nazioni. Credo che se ci fosse la volontà di far rispettare coattivamente l’embargo bisognerebbe che le navi, coordinate da un’ unica struttura, fossero da 16 a 20”.

Resta alto l’allarme per i possibili flussi migratori e le navi italiane serviranno proprio a questo: a controllare le coste oltre che a continuare a evacuare gli italiani presenti in Libia. ”Il messaggio che oggi posso dare è di sicuro affidamento delle unità della nostra Marina in questo momento difficile, non solo per l’evacuazione ma anche in previsione di un controllo della costa che può essere necessario in caso di un flusso migratorio che si può prevedere molto alto”, ha detto La Russa. ”Al momento abbiamo evacuato più di mille persone senza incidenti e senza bisogno dell’uso della forza, alla quale comunque avremmo potuto, in caso di emergenza, ricorrere”.

– ”Sono stati evacuati tutti quelli che ieri avevano chiesto di essere evacuati e abbiamo qualche nuova segnalazione, quindi restiamo in allerta”. Lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa incontrando i giornalisti a Catania a bordo della nave San Giorgio. ”E’ arrivata anche nave San Marco – ha continuato – proprio perche’ avevamo mosso gli assetti a prescindere dall’utilizzo. Non appena c’e’ stata l’avvisaglia della crisi insieme all’ammiraglio Branciforte, capo di Stato maggiore della Marina, ho deciso di far uscire le navi dai porti perche’ trovarsi subito o per primi nel luogo dove e’ necessario operare e’ un grosso vantaggio non solo di sicurezza ma anche di efficienza”.

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