13:12 Parigi, l’ambasciatore libico si dimette Fonti diplomatiche annunciano che l’ambasciatore di Tripoli a Parigi, Mohamed Salaheddine Zarem, si è dimesso. Con lui, anche il legato libico presso la sede dell’Unesco a Parigi, Abdoulsalam El Qallali. In precedenza, l’ambasciata libica era stata occupata da oppositori del regime di Gheddafi
13:04 Raffinatori Europa: greggio per un mese I raffinatori europei minacciati dalle ripercussioni della crisi libica sulle forniture di petrolio hanno abbastanza greggio per un mese. Lo ha detto il capo della divisione industria e mercato petrolifero dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, David Fyfe, intervistato da Reuters. “A nostro avviso – spiega Fyfe – nel breve termine i raffinatori non hanno grossi problemi, la maggior parte di loro è in grado di far fronte ai propri impegni per il prossimo mese”
13:01 Gheddafi manda sms: vietato manifestare Il regime libico invia ai cittadini messaggi sms in cui si afferma che le proteste contro Muammar Gheddafi sono vietate. Lo riferisce il quotidiano libico al-Youm nella sua edizione online. Altri messaggi vietano alla gente di “guardare i canali satellitari, come al Jazeera, che diffondono voci e incitano il popolo a spargere il sangue dei musulmani”. Un libico ha raccontato al giornale di aver ricevuto sms che invitano la gente a tornare al lavoro e alla vita quotidiana. Altri messaggi affermano che le scuole verranno riaperte
13:00 Viminale: rischio sbarchi, si cercano 50mila posti Con i Centri di accoglienza pieni e il ‘rischio’ esodo dalla Libia in rivolta, il Viminale – secondo quanto si apprende – punta a cercare strutture in tutta Italia per ospitare fino a 50mila migranti che potrebbero sbarcare nel giro di un mese. E’ lo scenario peggiore ipotizzato dagli esperti del ministero. “Non possiamo farci trovare impreparati in caso di emergenza”, aveva detto ieri a Bruxelles il ministro Roberto Maroni
12:59 Tripoli, attesi in migliaia per manifestazione dopo preghiera Sono attesi migliaia di manifestanti a Tripoli subito dopo la fine della preghiera del venerdì intorno alle ore 14. E’ quanto si legge in molti siti arabi che sostengono la rivolta. Questa sarebbe la prima grande manifestazione nella capitale libica, dopo quella di martedì repressa nel sangue con pesanti bombardamenti e migliaia di morti. Per molti, la grande protesta di oggi potrebbe essere fondamentale per dare la spallata definitiva al regime di Gheddafi che potrebbe capitolare tra oggi e domani
12:57 Cameron a Gheddafi: nessuno immune a giustizia In una breve dichiarazione a Downing Street, il primo ministro britannico David Cameron ha mandato al leader libico Muammar Gheddafi il messaggio che “nessuno e immune” alla giustizia internazionale. Cameron ha anticipato il rientro dal Golfo per far fronte alla crisi libica e ieri ha parlato al telefono con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama
12:56 Vescovo di Tripoli: timori per quanto accadrà dopo preghiera “La situazione nel centro di Tripoli è calma, anche se c’è preoccupazione per quello che potrà succedere dopo la conclusione della preghiera del venerdì. La manifestazione indetta per oggi fino a questo momento non c’è stata”. E’ quanto dichiara all’agenzia vaticana Fides mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, in Libia
12:55 La Russa: nessun segnale di intervento militare internazionale “Non c’è alcun segnale di interventi” militari dell’Ue o di organismi internazionali in Libia. Così il ministro della Difesa, La Russa
12:54 Libia, procuratore generale si dimette per protesta Il procuratore generale della Libia, Abdel Rahman al Abar, si è dimesso dall’incarico in segno di protesta per “il massacro” commesso contro il popolo libico: lo ha annunciato egli stesso con un un comunicato diffuso tramite l’emittente pan-araba, Al Arabiya. “E’ un bagno di sangue senza precedenti nella storia della Libia”, ha detto Al Abar, nella registrazione
12:52 La Russa: a Libia nemmeno coltellino per unghie Il ministero della Difesa “non ha ceduto” alla Libia “neanche un coltellino per le unghie”, tantomeno nel Trattato di Amicizia è “prevista una cessione o uno scambio di armi”. Così il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, parlando in transatlantico con i cronisti