ROMA – ”Il regime, al massimo, avrà altri tre mesi da vivere, non di più- La lealtà degli uomini attorno al Rais è ormai molto fragile” e quando Misurata sarà caduta definitivamente, per lui la situazione non potrà più essere tenuta.
Così, Farhat Omar Bengdara, ex governatore della banca centrale libica, in un’intervista al Corriere della Sera, delinea i futuri scenari del Paese nordafricano. Secondo Bengdara, Gheddafi non ha ancora lasciato la Libia: ”se lo facesse – aggiunge – perderebbe il controllo della capitale e dunque di quel che gli resta del Paese”.
Il leader libico potrebbe essere a capo dell’opposizione ma solo dopo un cambio di regime, ”in una roadmap per la transizione, con un referendum su una costituzione democratica, con un presidente e un parlamento”, precisa.
In questo periodo, l’ex governatore sta tenendo contatti con i ribelli e fa sapere che ”il Consiglio transitorio di Bengasi ha bisogno al piu’ presto di 3,6 miliardi di dollari, per sostenere la popolazione” e chiede all’Unione Europea di ”far presto” nel decidere di sbloccare i fondi. Quanto all’impegno dell’Italia nella questione libica, Bengdara afferma che ”il governo nelle ultime settimane e’ stato di grande aiuto nel sostenere il popolo libico.
L’Italia si può aspettare una continuità nei confronti delle sue imprese in Libia, specialmente dopo che il governo di Roma ha preso le decisioni giuste”. ”Il nostro sarà il rapporto tra due democrazie mature – aggiunge – non più una relazione tra individui che oggi sono amici, domani magari un po’ meno e dopodomani chissà”.