La Libia si ribella al colonnello, Gheddafi parla in tv: bombardamenti sui manifestanti, 250 morti

Muammar Gheddafi

TRIPOLI (LIBIA) – Caccia ai manifestanti, bombardamenti, militari nel caos: la Libia si ribella al colonnello Muammar Gheddafi che resta arroccato per ora al suo potere, mentre le forze aeree bombardano Tripoli dall’alto, sui manifestanti, scesi in migliaia in piazza Verde a Tripoli per protestare dopo un crescendo durato cinque giorni e partito da Bengasi. Due caccia libici Mirage sono atterrati a Malta, fuggiti perché costretti a fare fuoco sui manifestanti a Bengasi e si rincorrono le voci di una fuga in Venezuela del rais, anche se smentite, dopo che nelle strade è stato sparso il sangue di 250 vittime solo a Tripoli. In tarda notte Gheddafi è apparso sulla tv di stato per ribadire che si trova ancora a Tripoli e non è fuggito.

E’ stato il discorso del figlio del rais a scatenare la furia dei libici: “Fermatevi o sarà guerra civile”. Il ministro della giustizia, Mustafa Mohamed Abud Al Jeleil, ha dato le dimissioni. Anche dentro l’esercito ribollono le tensioni, al punto da poter prevedere che il capo di stato maggiore aggiunto, El Mahdi El Arabi, possa dirigere un colpo di stato militare contro Gheddafi per mettere fine ai disordini. Polizia e forze di sicurezza sono fuggite in massa da al-Zawiya, località della Libia occidentale situata qualche decina di chilometri a ovest di Tripoli, lungo l’arteria che conduce alla frontiera con la Tunisia.

01:32 Gheddafi appare in diretta tv: “Sono a Tripoli, non sono fuggito in Venezuela”. Intervento brevissimo del leader libico per smentire le “bugie” dei media che lo volevano in fuga dalla Libia.

21.14 Anche la nave della marina militare Elettra e’ stata mobilitata per far fronte alla emergenza. Lo ha confermato, rispondendo ad una domanda dei giornalisti, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, oggi ad Abu Dhabi per una visita ufficiale.

20.51 Sanguinosi scontri si sono svolti oggi nei quartieri Tajura e Fashlum di Tripoli, hanno rivelato abitanti del quartiere contattati telefonicamente, che hanno parlato di ”massacri”.

20.46 Affida a una nota il suo commento per la situazione in Libia il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Dopo aver detto che non ha sentito l’amico libico Muammar Gheddafi per non “disturbare” adesso dice che ”segue con estrema attenzione e preoccupazione l’evolversi della situazione in Libia e si tiene in stretto contatto con tutti i principali partner nazionali e internazionali per fronteggiare qualsiasi emergenza”. “Il Presidente Berlusconi è allarmato per l’aggravarsi degli scontri e per l’uso inaccettabile della violenza sulla popolazione civile. L’Unione Europea e la Comunità internazionale – si legge – dovranno compiere ogni sforzo per impedire che la crisi libica degeneri in una guerra civile dalle conseguenze difficilmente prevedibili, e favorire invece una soluzione pacifica che tuteli la sicurezza dei cittadini così come l’integrità e stabilità del Paese e dell’intera regione”.

20.15 Voli speciali per i rimpatri degli italiani Nella mattinata di domani 22 febbraio partirà per Tripoli un primo volo speciale, concordato con la Farnesina, che si affiancherà ai voli di linea previsti per il rientro dei connazionali, gestito in coordinamento con l’Alitalia, per consentire in tempi quando più rapidi il rientro dei connazionali che stanno confluendo gradualmente all’aeroporto della Capitale libica. La prospettiva è completare con la massima rapidità consentita il rientro dei connazionali che intendono lasciare il Paese.

19.40 Il vice-ministro degli esteri libico Khalid Kayem ha smentito informazioni secondo cui il colonnello Gheddafi è fuggito in Venezuela. ”E’ una notizia senza fondamento. E’ priva di qualsiasi base”, ha detto il vice-ministro alla tv di Stato.

19.38 Hanno ricevuto l’ordine di bombardare i manifestanti a Bengasi ed a quel punto hanno deciso di fuggire. E’ il racconto fatto al loro arrivo a Malta da parte dei due colonnelli dell’aeronautica libica fuggiti con due Mirage, secondo quanto hanno riferito fonti governative e militari. I due ufficiali hanno chiesto asilo politico e stanno fornendo informazioni riservate sulle attivita’ militari in corso in Libia che vengono messe a disposizione di tutti i paesi dell’Unione europea . Il loro racconto parte dalla base di Okhabrin Nafe, a Tripoli, quando ricevono l’ordine di decollare insieme ad un squadrone di aerei per andare a bombardare i dimostranti a Bengasi. Gli aerei si abbassano fino ad una quota di 500 piedi e, mentre gli altri bombardano la folla, i due piloti decidono di virare verso Malta. I due hanno detto di non aver scelto l’Italia perche’ in base al trattato italo-libico avrebbero potuto essere rimpatriati. L’aeroporto internazionale dell’isola resta in stato di allerta perche’, secondo fonti non ufficiali, c’e’ la possibilita’ di altre defezioni da parte di militari dell’aeronautica libica, mentre elicotteri privati civili stanno scappando dai campi petroliferi del paese. Quasi contemporaneamente ai due Mirage sono giunti a La Valletta due elicotteri civili con a bordo sette persone, di cui una sola con i documenti, che hanno detto di essere Francesi, dipendenti di una compagnia petrolifera in Libia.

19.11 ”Massimo D’Alema e Silvio Berlusconi, ritenendo che la Libia era strategica, hanno dato sostegno internazionale a Gheddafi, un dittatore assassino del suo popolo”. Lo afferma il leader dei Radicali Marco Pannella nel corso del sit-in ”in favore del popolo libico” davanti Montecitorio. ”Quando si e’ votato l’ignobile Trattato Italia-Libia – ricorda Pannella – dentro il Palazzo hanno votato tutti con Berlusconi. Solo noi abbiamo fatto questa battaglia, insieme a Furio Colombo. E poi – prosegue – abbiamo dovuto fare una battaglia anche per impedire che l’universita’ di Sassari desse una laurea ad honorem per i diritti umani a Gheddafi”. Dal sit-in si levano grida alla volta del Parlamento: ”Frattini vergogna, D’Alema vergogna, Berlusconi vergogna”, ”Via Gheddafi, via i dittatori, via dall’Italia i loro protettori”.

19.10 E’ sbagliato agitare il ”pericolo islamico”, mentre serve piuttosto riprendere un ruolo attivo dell’Italia. A dirlo e’ l’associazione Intellettuali Musulmani Italiani, secondo la quale ”occorre superare l’inerzia che ha colpito buona parte del governo e dell’opinione pubblica nei confronti delle crisi dei paesi arabi e tornare ad avere un ruolo attivo nel Mediterraneo. Finora si è solo stati capaci di agitare un ‘pericolo islamico’ del tutto inesistente”. Per Ahmad Gianpiero Vincenzo, presidente dell’associazione Intellettuali Musulmani Italiani, membro della Assemblea Generale della Grande Moschea di Roma e consulente per la Commissione Affari Costituzionali del Senato, ”l’emergenza in Libia e la crisi dei paesi arabi ha colto di sorpresa il governo e l’opinione pubblica italiani, da troppo tempo abituati a vedere il nord Africa solo in termini di flussi immigratori o di fondamentalismo islamico. E’ venuta cosi’ a mancare del tutto una politica attiva nei confronti del Mediterraneo, una capacita’ di dialogo e di analisi”.

”Adesso che i regimi dittatoriali stanno cadendo uno ad uno, occorre creare nuovi canali di comunicazione, culturali, economici, sociali. E’ urgente – ha sottolineato Ahmad Gianpiero Vincenzo – dare un sostegno, non solo ideale, alle popolazioni che per decenni hanno subito la repressione e la mancanza di diritti civili sarebbe solo il primo passo. Sarebbe necessario cominciare da subito a ricreare una politica di cooperazione internazionale che e’ venuta del tutto a mancare negli ultimi anni. Finora non si e’ fatto altro che vedere un ‘pericolo’ dietro ogni musulmano”

19.05 Allertati al ”massimo livello di prontezza” gli Stormi dell’Aeronautica militare di Trapani e Gioia del Colle (Bari), da cui partono i caccia che hanno il compito di intercettare velivoli entrati senza autorizzazione nello spazio aereo nazionale. Sia da Gioia del Colle (con gli Eurofighter) che da Trapani (con gli F16), tutti gli equipaggi sono cosi’ pronti a decollare immediatamente, se necessario, per neutralizzare eventuali minacce aeree. Ulteriori misure potranno essere valutate nel prossimo futuro a seconda dell’evoluzione del rischio.

19.03 “Abbiamo predisposto l’invio di una piccola unita’ logistica in Libia: domani sera, 22 febbraio avremo una riunione interministeriale con Maroni e Frattini, con cui sono in contatto continuo”: lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa, parlando con i giornalisti ad Abu Dhabi dove si trova in visita ufficiale.

19.01 Secondo un messaggio inviato via Twitter alla Bbc, elicotteri Apache hanno attaccato civili che stanno marciando da Misurata, terza città della Libia a est di Tripoli, verso la capitale.

19.00 Gli ambasciatori libici in Cina, Gran Bretagna, Indonesia, Polonia, India e presso la Lega Araba si sono dimessi dalle loro funzioni. Lo riferisce la tv satellitare Al Jazira.

18.57 Al Jazira ha detto che sono oltre 250 le vittime dei bombardamenti sulla folla a Tripoli. La televisione satellitare cita testimoni a Tripoli che hanno raccontato come gli attacchi aerei siano avvenuti su cortei durante i funerali delle vittime delle violenze dei giorni scorsi.

18.56 Ancora no al “rimpatrio coatto degli italiani” “Ove fosse necessario siamo pronti ad affrontare il problema” del rimpatrio degli italiani dalla Libia, “ma al momento non e’ previsto un rimpatrio coatto dei nostri connazionali”.

18.54 Allerta nelle basi aeree italiane “Il livello di attenzione degli aeroporti e dell base aeree può essere modificato, e quindi innalzato, a discrzione del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica. Questo è stato fatto, ma non e’ nulla di piu’ di quanto avviene per casi meno eclatanti”. Lo ha detto ad Abu Dhabi, dove si trova in visita ufficiale, il ministro della difesa Ignazio La Russa. “Anche gli spostamenti di aerei ed elicotteri – ha aggiunto il ministro – possono essere decisi spontaneamente dal Capo di Stato Maggiore”.

18.35 Seif al-Islam, uno dei figli del leader libico Muammar Gheddafi, ha ordinato la costituzione di una commissione d’inchiesta sulle violenze, capeggiata da un giudice libico e con la partecipazione di organizzazioni libiche e straniere che si battono per i diritti umani. Lo riferisce la tv di stato libica, secondo al Bbc online.

18.13 Il vice-ambasciatore libico all’Onu ha invocato un intervento internazionale contro quello che ha definito ”un genocidio” perpetrato dal regime di Tripoli e ha chiesto che venga istituita una no fly zone su Tripoli. Lo riferisce la Bbc nel suo sito internet. Secondo l’emittente britannica l’intera delegazione libica presso le Nazioni Unite ha chiesto un’azione internazionale.

18.03 Le forze di sicurezza libiche sparano contro dimostranti diretti verso il compound di Muammar Gheddafi, stando ad informazioni ottenute da al Jazira. Il Libyan News Centre (LNC) con base a Ginevra, ha riferito oggi che fonti di sicurezza stanno uccidendo manifestanti a Tripoli, riferisce ancora al Jazira. Ahmed Elgazir, un operatore per la difesa dei diritti umani, ha affermato che la Lnc ha ricevuto oggi una telefonata di richiesta d’aiuto da parte di una donna ”testimone del massacro in corso e che è riuscita a chiamare tramite un telefono satellitare”, mentre le linee telefoniche in Libia risultano bloccate ed e’ quindi impossibile verificare le informazioni.

18.01 L’aeronautica libica ha bombardato manifestanti che si dirigevano verso una base militare, stando a testimonianze raccolte da al Jazira, riferisce Haaretz. Secondo le testimonianze, i rivoltosi erano diretti verso la base militare per procurarsi munizioni, ma sono stati bombardati prima che riuscissero a raggiungere la base.

18.05 Fonti europee raccolte a Bruxelles ritengono ”infondate” le notizie sulla fuga del colonnello Gheddafi in Venezuela. ”Sono fonti infondate, non abbiamo conferme”, hanno riferito diversi diplomatici Ue.

17.50 La posizione italiana sulla Libia ”non era isolata” oggi al consiglio esteri della Ue: lo ha detto il ministro degli esteri Franco Frattini. ”L’Italia non era isolata: c’e’ stata una posizione aperta. Ma possiamo metterla cosi’: o l’Italia era cosi’ isolata ed e’ stata cosi’ forte da avere imposto a tutti la sua linea, oppure non era isolata”, ha spiegato il ministro. ”Noi ci riconosciamo nel documento approvato, in cui si sottolineano i concetti di cooperazione e di ownership e si rileva la necessita’ di essere rispettosi del processo nazionale la’ dove si dichiara che ‘spetta al popolo di questo paese scegliere il proprio futuro”’. Ad una domanda se il governo italiano ha telefonato a Gheddafi, in considerazione dei rapporti di amicizia, Frattini ha risposto: ”l’Italia si riconosce nelle conclusioni del consiglio Ue. Ognuno, per le sue possibilita’, ha fatto la sua parte”. Cio’ significa – e’ stato chiesto – che avete telefonato a Gheddafi? ”Ognuno ha fatto la sua parte”, ha ribadito Frattini.

17.48 Anche Impregilo ha avviato le procedure di rimpatrio del personale e familiari dalla Libia. Lo riferisce un portavoce, precisando che si tratta di circa 50 persone.

17.47 Il richiamo di Ban Ki-Moon Onu Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha parlato oggi, a lungo, con il leader libico Libia, Muammar Gheddafi, chiedendogli di cessare ogni violenza. Lo si legge in una nota diffusa dalle Nazioni Unite. Il documento non precisa se il colonnello si trovi ancora in Libia.

17.45 “Gheddafi non è in arrivo in Venezuela” Un alto dirigente presso l’ufficio del presidente venezuelano Hugo Chavez ha smentito che il leader libico Muammar Gheddafi sia in viaggio verso il Paese latinoamericano.

17.39 Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, è ”preoccupato” per la situazione in Libia. ”C’e’ una preoccupazione generale degli stati europei e della comunita’ internazionale per quello che sta accadendo in tutta quella sponda del Mediterraneo. C’e’ poi una forte preoccupazione specifica da parte nostra, che siamo li’, cosi’ vicini”, ha detto La Russa, che a proposito di una eventuale evacuazione di connazionali ha detto che ”se ce ne fosse la necessita’ saremmo pronti con uomini e mezzi, come avvenuto per la Tunisia, ma mi auguro che non serva”. La preoccupazione del ministro – che ha parlato con i giornalisti ad Abu Dhabi, dove e’ in visita ufficiale – riguarda, in modo specifico, il rischio che aumenti in modo massiccio il flusso di clandestini verso le coste italiane. ”L’aumento dei flussi di immigrati clandestini che tentano di raggiungere l’Italia – sottolinea infatti La Russa – c’e’ gia’ stato con la Tunisia, figuriamoci con la Libia. C’e’ una situazione di instabilita’ che comporta la difficolta’ di rispettare intese e

17.37 L’Unione europea ”condanna” la repressione delle manifestazioni in Libia e chiede la ”cessazione immediata” dell’uso della forza. Lo chiedono i 27 ministri degli Esteri Ue in una dichiarazione comune adottata oggi nella quale si chiede anche ”a tutte le parti” di astenersi da ogni forma di violenza.

17.35 Chiusura in forte calo per Piazza Affari: il Ftse Mib ha perso il 3,59% a 22.230 punti, affondato dai timori per le ripercussioni della rivolta in Libia.

17.34 Le forze aeree stanno colpendo i manifestanti a Tripoli

17.29 In Libia la situazione ”e’ molto grave: siamo sull’orlo di una guerra civile”. Lo ha detto il ministro degli esteri Franco Frattini, chiedendo che la ferma richiesta della Ue perche’ cessino le violenze ”sia ascoltata”.

17.28 Il leader libico Gheddafi verso il Venezuela, secondo fonti inglesi. Il segretario agli Esteri britannico William Hague ha detto di aver visto informazioni che suggeriscono che il leader libico Muammar Gheddafi ha lasciato la Libia ed e’ direttro in Venezuela. ”Mi avevate chiesto se il colonnello Gheddafi e’ in Venezuela”, ha detto Hague ai giornalisti in margine alla riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue a Bruxelles e ha aggiunto: ”Io non ho informazioni sul fatto che sia li’, ma ho avuto visione di informazioni che indicano che in questo momento si sta dirigendo la”’. Diplomatici hanno precisato che Hague non si riferiva alle voci su Gheddafi circolate sui mezzi di informazioni.

17.09 Il racconto degli italiani – Tranquilla di giorno, movimentata di sera con spari e urla provenienti dalla strada. Scorre cosi’ a Tripoli, secondo quanto hanno riferito alcuni italiani rientrati oggi dalla Libia con un volo di linea atterrato a Fiumicino, la giornata nella capitale. Stando alle testimonianze dei nostri connazionali, per lo piu’ lavoratori o famiglie di dipendenti di ditte anche straniere, Tripoli offre ”due facce” di se’ che disorientano cosi’ chi la osserva da fuori.

”Esco la mattina e vedo gente che fa tranquillamente la spesa, oppure giovani studenti che vanno a scuola. Quando rientro in casa – racconta Elisabetta Gambini, romana, un bimbo di 3 anni, moglie di un dipendente della Ericsson – sento la mia vicina che parla di mercenari pro Gheddafi che se ne andrebbero in giro a tagliare le mani degli oppositori del regime. A mente fredda – ha aggiunto – mi sembrano leggende metropolitane, perche’ poi non ne hai riscontro quando esci per strada”. La giovane donna ha quindi detto di essere rientrata oggi a Roma su consiglio del marito. ”Visto che la situazione non è molto chiara e temendo che possa davvero precipitare da un momento all’altro, abbiamo deciso che sarebbe stato meglio che mio figlio ed io tornassimo in Italia”. Di colpi d’arma da fuoco, cassonetti bruciati e sassi per la strada, ha invece parlato Alberto Carta, di Perugia, panificatore di mestiere e tornato in Italia per un lutto in famiglia. ”Dal mio albergo, situato in prossimita’ di una stazione di Polizia, ho sentito spari di sera e urla di giovani. Mi e’ poi parso di capire che siano stati lanciati dagli agenti anche dei lacrimogeni, ma non li ho visti direttamente.

Soltanto questa mattina, lasciando l’hotel per recarmi in aeroporto, ho visto che nel raggio di 500 metri intorno al mio albergo, c’erano a terra molti sassi e i cassonetti risultavano parzialmente bruciati. Lungo il percorso fino allo scalo aereo di Tripoli – ha poi aggiunto – ho notato alcune persone in borghese e armate di mitragliette, probabilmente agenti del regime, che si limitavano a controllare la situazione. Da quello che ho potuto capire, non sembrerebbe un Paese sull’orlo di una guerra civile”. E di ”normalita’ ” nella capitale, ha parlato anche un centinaio di studenti libici diretti a Perugia e Siena per motivi di studio. ”Il nostro viaggio in Italia era gia’ stato pianificato”, si sono affrettati a spiegare ai giornalisti presenti al Leonardo da Vinci. ”Come scorre la vita a Tripoli? Come al solito”, hanno quindi risposto prima di salire a bordo di due pullman diretti in Umbria e Toscana

17.03 Due cacciabombardieri libici Mirage sono atterrati a Malta

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luiss_smorgana