ROMA – Il gasdotto che collega la Libia con l’Italia è “completamente fermo da ieri sera”, “no, è solo una riduzione delle quantità”.
Le voci si rincorrono, la paura per il rallentamento del flusso di metano dalla Libia a Gela, in provincia di Caltanissetta, c’è. In che stato è il Greenstream allora? Alcune fonti industriali dicono che c’è stata un’interruzione, secondo quanto riportato dall’agenzia Asca.
Gli ultimi dati ufficiali di Snam Rete Gas, aggiornati al 20 febbraio, invece mostravano ancora un flusso regolare con oltre 25 milioni di metri cubi in entrata dalla Libia.
Il governo ha allertato il Comitato di emergenza e monitoraggio del sistema del gas di cui fanno parte il ministero dello Sviluppo con la Direzione generale energia, gli operatori e l’Autorità dell’Energia.
Il sottosegretario alle Attività produttive, Stefano Saglia, ha cercato di placare i timori, assicurando che le forniture non si sono interrotte anche se “l’attenzione resta alta”. In ogni caso, Saglia ha tranquillizzato gli animi dicendo che ci sono stoccaggi inutilizzati che potranno essere utili nel caso di un interruzione alle forniture dalla Libia.
Altre fonti tecniche all’Ansa invece hanno detto che il gasdotto “non è stato chiuso ed è in esercizio. Lo affermano fonti tecniche, secondo cui ”l’attivita’ fondamentale prosegue”. ”Ci sono delle riduzioni – prosegue la fonte – ma niente di trascendentale”.
Le minacce. In un messaggio postato su Facebook dal sito di opposizione libica ”17 febbraio” gli abitanti della regione occidentale della Libia, dalla città di Nalut fino a Gherban, hanno minacciato di tagliare le forniture di gas all’Italia e all’Ue.
”Dopo il silenzio che avete osservato sui massacro perpetrato da Gheddafi, abbiamo deciso di tagliare il gas libico che parte dal campo d Al Wafa e che passa per la nostra regione verso l’Italia e il nord dell’Europa attraverso il Mediterraneo”, si legge nel messaggio.