RAS JADIR (TUNISIA) – Non accenna a diminuire il flusso di profughi che da giorni fuggono dalla Libia raggiungendo la Tunisia sul punto di confine di Ras Jadir. Quasi mille giovani del Ghana, denutriti ed esausti dopo otto giorni di viaggio a piedi o con mezzi di fortuna, hanno raggiunto nella serata di ieri la Tunisia dove pero’ sono stati bloccati dalla polizia di frontiera perche nessuno di loro aveva il passaporto. I profughi hanno raccontato ai poliziotti che i responsabili della compagnia per la quale lavoravano come operai e muratori a Tripoli li hanno abbandonati improvvisamente lasciandoli senza soldi e senza documenti.
Solo nel pomeriggio di oggi, dopo il rilievo delle impronte digitali e le foto segnaletiche, i ghanesi hanno potuto lasciare la terra di nessuno tra le due nazioni e sono stati condotti nel campo profughi Choucha, allestito dall’Onu a qualche chilometro dalla frontiera. A parte i ghanesi sono in media duemila al giorno le persone che giungono in Tunisia. Al confine, ma non ci sono conferme ufficiali, si attende da giorni anche l’arrivo di circa seimila palestinesi di cui per il momento si sono perse le tracce mentre secondo le testimonianze dirette di alcuni profughi giunti oggi sono centinaia le persone bloccate poco fuori la citta’ di Zuara dai miliziani di Gheddafi che gli impediscono di raggiungere la Tunisia.
Intanto a Ras Jadir la macchina di aiuti umanitari continua ad assistere ed accudire piu’ di quindicimila persone tra cui molte famiglie con bambini. Intorno al campo Onu di Choucha, dove le tende del UNHCR , molte vuote, si estendono ora per oltre un chilometro nel deserto, sono stati allestiti altri ospedali da campo , uno degli Emirati Arabi, i quali hanno hanno anche dotato i reparti di pronto soccorso del vicino ospedale regionale di Ben Gardane di nuove attrezzature per eventuali interventi, ed uno della croce rossa internazionale che si vanno ad aggiungere a quelli gia’ operativi allestiti da altre nazioni.
Tutto questo lascia intendere che le informazioni di cui dispongono le organizzazioni internazionali di soccorso non consentono di abbassare la guardia e che gli operatori umanitari si attendono o comunque sono pronti per affrontare una nuova impennata del flusso migratorio. E che ci sia molta attenzione da parte delle Nazioni Unite sull’emergenza di confine di Ras Jadir lo si capisce anche dalle indiscrezioni di una imminente visita del Segretario Generale Ban Ki Moon alla tendopoli di Choucha.