ROMA – Pmi italiane in 'fuga' dalla nuova Libia. E' questa la denuncia che arriva dalla Camera di Commercio Italafrica Centrale, secondo la quale siamo di fronte ad ''un danno e una beffa per le Pmi: danneggiate e superate da quelle anglo-francesi, non torneranno a Tripoli. Ad esclusione dell'Eni, l'Italia oggi e' fuori dalla nuova Libia. Se n'e' accorto il ministro Frattini?'', tuona il presidente Alfredo Cestari.
''Attesi vanamente dal Governo segnali concreti di tutela a guerra in corso – continua Cestari – e poi insoddisfatti dalle insufficienti misure riparatorie in itinere a Roma, la pressoche' totalita' delle PMI italiane fino al 2010 impegnata in Libia ha oggi definitivamente chiuso ogni rapporto con Tripoli abbandonando ogni dinamica e prospettiva aziendale''.
Per Cestari, ''lasciati soli sin dalla prima ora, tali imprenditori hanno perso investimenti e insediamenti realizzati in Libia, escono da questa guerra altamente danneggiati e, oggi, appaiono indisposti a ricominciare in condizione di oggettivo svantaggio rispetto ad omologhe imprese francesi, inglesi o turche a cui, invece, i rispettivi Governi hanno saputo sapientemente e certosinamente spianare la strada''.
