TRIPOLI – Il ministero degli Esteri libico ha annunciato lunedì 11 aprile che qualsiasi ”ingresso in territorio libico sotto il pretesto di una missione umanitaria” incontrerebbe una ”strenua resistenza” e affermato che libici in armi sono pronti a difendere la città di Misurata.
L’agenzia ufficiale libica Jana ha riferito che il ministero degli Esteri ”ha informato il Consiglio di sicurezza dell’Onu, l’Unione africana e l’Unione europea che qualsiasi ingresso in territorio libico sotto il pretesto di una missione umanitaria incontrerebbe una accanita e inattesa resistenza da parte del popolo armato”.
”Il milione di libici che hanno preso le armi dall’inizio dell’aggressione colonialista crociata contro la Libia sono pronti a difendere Misurata”, ha aggiunto il ministero, affermando che la Libia non accetterà ”alcun aiuto umanitario, tranne che da parte della Croce e della Mezzaluna rosse”.
Venerdì scorso l’alto rappresentante europeo per la politica estera Catherine Ashton ha inviato un messaggio al segretatio generale dell’Onu, Ban Ki-moon, in cui gli assicurava che l’Ue è ”disposta ad agire” con tutti i mezzi, ”compresi quelli militari”, per aiutare i 300 mila abitanti di Misurata, roccaforte degli insorti 200 km circa a est di Tripoli. L’Europa è pronta a coordinare gli sforzi internazionale per la città, martellata senza sosta da settimane dalle forze di Muammar Gheddafi.