ROMA – Un villaggio-fortezza come dice il suo stesso nome, al Qala’a: è quello su un’altura a sud-ovest di Tripoli, capitale della Libia. Da settimane il villaggio è sotto l’assedio delle forze del rais Muammar Gheddafi. Gli abitanti e i ribelli si sono barricati tra le case. Cercano di difendersi co0me possono dai razzi Grad , dai proiettili di mortaio, dal fuoco delle mitragliere pesanti dei lealisti.
A difendere però il villaggio, sottolinea Guido Olimpio sul Corriere della Sera, è la stessa popolazione, che qui, come a Nalut, respinge i miliziani pro-Gheddafi. Lo stesso succede a Yegren, cittadina da settimane sotto il fuoco dei lealisti.
La conformazione geofisica favorisce gli insorti: si tratta di una zona montuosa, con mole gole e poche strade. Così i ribelli riescono a difendersi anche se il loro arsenale è modesto, addirittura inferiore a quello dei loro compagni della Cirenaica: fucili, bottiglie molotov, pochi kalashnikov e qualche lanciagranate Rpg.
La popolazione di Al Qala’a, Yefren e Nalut appartiene alla comunità berbera: gente della montagna, abituata alle difficoltà. Il loro obiettivo è resistere contro il regime il più a lungo possibile. In caso di un cessate il fuoco per il governo sarebbe arduo sostenere di essere in pieno controllo della parte ovest del paese.
