Libia, Nato: riunione d’emergenza “Pronti a tutto”

BRUXELLES – La Nato segue con grande preoccupazione la situazione in Libia e si prepara ”ad ogni eventualità”. Con una dichiarazione di poche righe, diffusa al termine di una riunione d’emergenza degli ambasciatori del Consiglio atlantico dei 28, il segretario generale Anders Fogh Rasmussen non fornisce dettagli sul ruolo dell’Alleanza nella crisi libica, ma chiarisce che la Nato non assistera’ inerte ad un massacro e neppure ad una crisi umanitaria. Il Consiglio Atlantico ”si e’ riunito oggi per discutere la seria situazione in Libia, che danneggia la sicurezza di migliaia di cittadini, inclusi quelli dei paesi della Nato”, si legge nella dichiarazione.

”Il Consiglio Atlantico continuera’ a monitorare da vicino la situazione in coordinamento con le altre organizzazioni internazionali, e continuera’ a consultarsi allo scopo di prepararsi ad ogni eventualità”. Nell’annunciare il meeting straordinario da Godollo (Budapest), dove ha partecipato ad una riunione dei ministri della Difesa Ue, Rasmussen ha indicato che ”le priorita’ devono essere l’evacuazione dei cittadini dei paesi Nato ancora bloccati in Libia ed eventualmente l’assistenza umanitaria”.

”La Nato ha i mezzi che possono essere utilizzati in situazioni del genere e l’Alleanza Atlantica può agire come coordinatore se e quando uno stato membro individuale vuole agire”, ha aggiunto Rasmussen. L’alleanza atlantica dispone di una propria flotta di aerei radar Awacs, dispiegata in Germania, che potrebbe essere attivata per imporre la no-fly zone sulla Libia, cioe’ la chiusura del cielo libico. ”Un approccio di questo tipo richiederebbe pero’ ‘una chiara legittimità internazionale e, in particolare, un mandato delle Nazioni Unite”, ha spiegato Rasmussen. L’ipotesi è al vaglio del Consiglio di sicurezza dell’Onu, su proposta della Gran Bretagna e della Francia. La no-fly zone ”e’ una delle opzioni sul tavolo”, ha confermato il ministro ungherese della Difesa, Csaba Hende, il cui paese detiene la presidenza di turno della Ue.

Hende ha solo evocato i ”mezzi” di cui dispone la Nato per vietare all’aviazione libica di bombardare i manifestanti. Gli Usa hanno dichiarato di considerare ”tutte le opzioni”, incluso l’imposizione di una no fly-zone sulla Libia, senza rigettare neppure l’ipotesi militare per far fronte allo scenario peggiore. Secondo fonti spagnole, Madrid ha gia’ chiesto alla Nato l’invio di aerei radar tipo Awacs e di navi davanti alle coste della Libia per sorvegliare l’evoluzione della situazione nel paese nordafricano. Mentre il segretario della Difesa della Gran Bretagna Liam Fox ha riferito di avere discusso con i vertici Nato su come coordinare al meglio gli sforzi fatti dai diversi paesi per cercare di portare in salvo fuori dalla Libia i propri cittadini. L’Italia ha già predisposto l’intervento militare per raggiungere i connazionali bloccati. La priorità resta infatti l’evacuazione dei cittadini prigionieri del caos in Libia: sono ancora 3.500, di cui il 20% hanno la doppia nazionalita’.

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