ROMA – Qasr Abu Hadi e' sotto il controllo dei ribelli. Dopo una settimana di violenti combattimenti, il villaggio natale di Muammar Gheddafi, a 20 chilometri a sud-est da Sirte, e' stato liberato dalle forze pro-Gheddafi ed e' in mano ai combattenti del Consiglio nazionale di transizione libico.
La conquista della cittadina assume un significato simbolico nella lotta al rais mentre a destare preoccupazione adesso e' l'emergenza umanitaria a Sirte dove sono ripresi gli scontri. A causa dei violenti combattimenti un convoglio della Croce Rossa, che portava aiuti alla popolazione, oggi e' stato costretto a tornare indietro.
In attesa di nuovi attacchi sono state preallertate le strutture mediche. Fonti di un ospedale da campo a 50 km a ovest da Sirte hanno riferito di essere state incaricate a prepararsi ad affrontare un crescente afflusso di feriti. Venerdi' scorso, lo stesso capo della Cnt, Mustafa Abdel Jalil, aveva stabilito una tregua di 48 ore per dare la possibilita' ai civili di lasciare la citta', lasciando intendere che l'offensiva finale sarebbe ormai imminente.
Intanto, nove tonnellate di proiettili d'artiglieria contenenti iprite, 'gas mostarda', sono state trovate in un magazzino nei pressi di Sabha, nella Libia sudoccidentale. Secondo quanto ha riferito Hassan al-Saghir, un responsabile del Consiglio transitorio libico (Cnt), citato dall'agenzia Nuova Cina, i proiettili sono stati "forniti al regime di Muammar Gheddafi da un Paese asiatico".
La stessa Nato oggi si e' detta molto preoccupata per i missili e le armi scomparse dalla Libia che possono finire nelle mani di ''malintenzionati'' ed e' in contatto con il Cnt per risolvere la questione. Lo ha detto il segretario generale, Anders Fogh Rasmussen, secondo il quale il Paese va aperto agli ispettori internazionali per fare chiarezza sulle armi.
Infine, sul fronte politico, il Cnt ha annunciato in attesa della formazione del nuovo governo della Nuova Libia, la costituzione di un altro esecutivo provvisorio (la cui formazione sta registrando ritardi e difficolta'): un nuovo gabinetto di transizione, in attesa della liberazione del paese, che ricalca quello uscente con Mahmud Jibril premier e ministro degli Esteri e la maggior parte degli ex responsabili confermati. Ma con una novita', l'istituzione di un dicastero ad hoc per 'i martiri e le vittime' della guerra.
