TRIPOLI – Prosegue la battaglia nei cieli tra caccia Usa e aerei libici. La situazione in Libia resta critica. E nella sera di martedì, a Tripoli, si ricominciano a sentire i colpi della dell’artiglieria antiaerea. Si si sono susseguiti per una decina di minuti sopra la residenza del colonnello Muammar Gheddafi, non lontano dall’hotel che ospita i giornalisti.
Mentre la diplomazia internazionale continua a discutere della evoluzione della missione internazionale, con l’Italia che chiede con forza il passaggio alla Nato del comando delle operazioni, il Paese di Muammar Gheddafi ha affrontato, dopo i raid notturni, il quarto giorno di bombardamenti aerei, facendo i conti anche con i tragici bilanci degli scontri tra forze fedeli al Raìs e ribelli.
I Tornado Ecr e i caccia F-16 italiani hanno compiuto due missioni. I jet delle forze della coalizione occidentale hanno attaccato un velivolo da guerra dell’esercito di Gheddafi in volo verso Bengasi. Intanto, in diverse città le truppe del Colonnello sferrano attacchi contro le posizioni degli insorti. Furibondi scontri a Yafran, 130 chilometri a sud-ovest di Tripoli, dove almeno nove persone avrebbero perso la vita. Fallita invece l’offensiva lealista a Zintan: secondo un testimone citato dalla Bbc “le forze di Gheddafi si sono ora ritirate. Tuttavia, da 50 a 60 carri armati sono ammassati all’ingresso settentrionale della città ”.
Almeno dieci le vittime dei bombardamenti dei pro-Gheddafi. Attacchi Misurata, stando alla Bbc: testimoni citati dalle tv parlano di tank in azione e vittime. Un portavoce dei ribelli ha parlato di un bilancio parziale di 40 morti, tra cui 4 bambini, e di almeno un centinaio di feriti. Secondo un bilancio di Abdel Hafiz al Ghogha, portavoce del Consiglio transitorio libico, solo sabato sarebbero morte 120 persone e 250 sarebbero rimaste ferite nell’attacco di Gheddafi a Bengasi.
Nel mirino dei raid aerei condotti durante la notte erano finiti soprattutto obiettivi legati alla difesa aerea libica a Tripoli e Sirte. Si sono uditi colpi di contraerea seguiti da esplosioni anche a Bab al-Aziziya, la zona in cui si trova anche il bunker del Colonnello, colpita la notte prima da alcuni missili. La televisione di Stato, leggendo in inglese un comunicato citato dalla Bbc, ha accusato la Danimarca dell’attacco di domenica. Lo stesso da cui gli Stati Uniti avevano preso le distanze spiegando di non avere tra gli obiettivi l’eliminazione del Raìs (di cui si auspica tuttavia l’abbandono del potere, spontaneamente o sulla base delle spinte da parte della popolazione libica).