TRIPOLI – La Nato avrà “un ruolo tecnico nelle operazioni in Libia”: lo ha detto a Parigi il portavoce del governo francese al termine del Consiglio dei ministri. Sul ruolo francese, invece, la nebbia tarda a scendere.
A Bruxelles, intanto, i rappresentanti dei 28 stati membri dell’Alleanza sono riuniti per tradurre l’indicazione in un nuovo schema operativo di comando, che per ora resta un vero e proprio rompicapo. Nonostante l’intesa politica, restano molte le questioni da risolvere. Gli Usa parlano «di ruolo chiave», indicando che la Nato dovrà essere “parte di una struttura di comando internazionale una volta che gli Usa lasceranno” la guida. E indicano come prioritario il coinvolgimento nelle operazioni di paesi che non fanno parte dell’Alleanza, in particolare del mondo arabo.
La Francia ha ceduto su questa impostazione, ma con parole che lasciano ampio margine alle ambiguità . Il comunicato stampa dell’Eliseo non parla di un accordo sul «ruolo chiave» della Nato, ma di un accordo “sulle modalità di utilizzo delle strutture di comando della Nato in sostegno alla coalizione”. I francesi insistono sull’idea di un “pilotaggio politico” delle operazioni condotto dai ministri degli Esteri della coalizione: una sorta di “cabina di regia” che includerebbe la Nato insieme agli altri protagonisti.
L’incontro, l’ennesimo dopo l’approvazione venerdì scorso della risoluzione 1973 dell’Onu, avviene all’indomani dell’accordo tra Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna per affidare alla Nato il comando delle operazioni. La nuova riunione degli ambasciatori nel quartier generale dell’Alleanza Atlantica andrebbe in questo senso. Fonti dell’Alleanza Atlantica, sostengono che nel pomeriggio ci potrebbe essere l’annuncio di un’intesa.
La risposta della Nato. ”La Nato è pronta ad agire se e quando sarà richiesto”: così la portavoce, Oana Lungescu, sull’accordo raggiunto tra Usa, Gb e Francia per un’entrata in campo dell’Alleanza nelle operazioni militari in Libia con un ruolo chiave. ”I piani sono pronti, ma perchè siano lanciati serve il consenso di tutti i 28 partner e le discussioni sono ancora in corso”, ha aggiunto la portavoce. La missione della Nato per fare rispettare l’embargo delle armi contro la Libia è operativa da oggi e può contare su 16 mezzi, tra cui sei (un sottomarino e cinque navi) messi a disposizione dalla Turchia e tre dall’Italia (tra cui la nave ammiraglia).
Per quanto riguarda i bombardamenti invece le forze della coalizione hanno lanciato due attacchi aerei nella zona dove sono di base le forze fedeli al colonnello libico Muammar Gheddafi, nella città di Misurata, in mano ai ribelli. Lo riferisce un testimone. Alcuni cittadini hanno detto che dopo l’attacco aereo l’artiglieria e i tank delle forze leali al rais hanno smesso di sparare. Martedì sera Gheddafi, parlando dalle rovine del suo palazzo, aveva attaccato la coalizione (“Sono i nuovi nazisti”) e dicendo che “noi ridiamo dei missili”.
Gli aerei degli alleati hanno bombardato due volte. Alle 12.45 ora locale (le 11.45 in Italia) e poi di nuovo meno di due ore fa”, ha raccontato Saadoun, uno dei cittadini di Misurata. ”Loro (le forze fedeli a Gheddafi) non hanno sparato un solo colpo di artiglieria da quando sono iniziati i raid”. Ma altri riferiscono che cecchini pro-Gheddafi avrebbero sparato sull’ospedale di Misurata facendo tre morti.