BENGASI (LIBIA) – I ribelli posti a difesa di Bengasi si ritirano verso la città sotto l’incalzare delle forze fedeli a Gheddafi. Prima la periferia, poi il centro: così i soldati del regime hanno infiammato Bengasi.
”Ieri 18 marzo(le forze di Gheddafi) erano a 60 chilometri, oggi sono a soli 20 chilometri e potrebbero arrivare qui in poco tempo, anche in mezz’ora fino a 90 minuti”, dice Khaled, un insorto posto a difesa di Bengasi alla periferia ovest. E alla fine i militari del colonnello sono arrivati e hanno bombardato.
Secondo alcuni testimoni i fedelissimi del rais avrebbero attaccato la roccaforte dei ribelli. La Libia aveva dichiarato un ‘cessate il fuoco’ unilaterale dopo la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ma secondo gli Stati Uniti Tripoli non starebbe rispettando la tregua.
Un jet da combattimento ha sorvolato Bengasi e le esplosioni sarebbero state talmente forti da far tremare un edificio. Secondo la France Press, i bombardamenti aerei avrebbero colpito l’area a sud-ovest di Bengasi.
Il governo libico ha detto che le sue forze armate sono sotto attacco a ovest di Bengasi e hanno risposto per autodifesa: “Le bande di Al Qaida hanno attaccato le unità delle forze armate libiche ferme a ovest di Bengasi”, si legge in una dichiarazione riportata dall’agenzia ufficiale Jana. La dichiarazione accusa i ribelli di usare “un elicottero e un aereo da combattimento per bombardare le forze armate libiche, in flagrante violazione della no-fly zone imposta dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite”.
Gli attacchi di sabato mattina su Bengasi hanno provocato almeno 26 morti, secondo quanto riferisce l’emittente Al Jazira, che cita fonti ospedaliere. I feriti inoltre sono almeno 40.