TRIPOLI – In Libia la rivolta si infiamma, letteralmente. A fuoco la capitale Tripoli, gli uffici del governo. Sacchieggiati uffici, banche, la sede della radio pubblica e di una televisione. Incendiate anche alcune stazioni di polizia e sedi dei comitati rivoluzionari pilastro del regime.
Fonti libiche hanno fatto sapere alla tv satellitare Al Jazira che all’interno dell’esercito vi sarebbero grandi tensioni, al punto da poter prevedere che il capo di stato maggiore aggiunto, El Mahdi El Arabi, possa dirigere un colpo di stato militare contro il colonnello Gheddafi.
Sul sito web della tv si ipotizza che questo sviluppo potrebbe mettere fine ai disordini in corso. Una fonte imprecisata ha comunicato ad Al Jazira che ”il popolo sentirà buone notizie entro la fine della giornata”.
Tuttora – secondo le stesse fonti – violenti scontri si sviluppano tra quello che resta delle Guardie dei Comitati Rivoluzionari pro-Gheddafi ed i militari ribelli, al comando del capo di stato maggiore. In questi scontri sarebbe rimasto gravemente ferito il comandante delle forze speciali, Abdalla El Senoussi, che potrebbe essere addirittura già morto.
Solo nella mattinata di oggi, 21 febbraio, si contano 61 morti solo a Tripoli, secondo quanto afferma la tv satellitare Al Jazira citando fonti mediche nella capitale libica. Il bilancio delle vittime stimato da Human Rights Watch dall’inizio degli scontri, una settimana fa, è arrivato a quota 233 persone uccise.
La stessa emittente araba riferisce che tutte le città della zona a sud della capitale, Jebal Nafusa, sono i mano ai ribelli, mentre a Tripoli alcuni soldati si sono uniti ai manifestanti anti-Gheddafi. Sempre secondo l’emittente araba l’esercito avrebbe rifiutato di dispiegarsi nella città di Bani Walid. Inoltre, afferma ancora al Jazira, nella caserma di Ajdabia si sarebbero verificate esplosioni causate da ”velivoli ignoti”.
La città di Tarhouna, in Tripolitania, sarebbe caduta in mano ai manifestanti, secondo quanto afferma la tv satellitare al Jazira citando un attivista libico, Khaled al Tarhouni. Sempre secondo la stessa fonte tutte le Forze dell’ordine si sarebbero unite ai ribelli in numerose città.
Sempre oggi fonti libiche ascoltate dalla tv al Arabiya hanno smentito che il leader libico Muammar Gheddafi sia fuggito dal Paese.
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