Libia, vittime civili a Tripoli: la Nato apre un’inchiesta

ROMA – La Nato condurrà un’inchiesta sulle notizie di stampa relative alla morte di almeno 40 civili a Tripoli, provocati dai raid. Lo ha annunciato il generale Charles Bouchard, in un incontro stampa a Napoli, ritrasmesso a Bruxelles.

Il generale ha detto che l’Alleanza è consapevole delle notizie di stampa e le considera ”molto seriamente”. Secondo quanto affermato dal vicario apostolico di Tripoli, monsugnor Martinelli i raid condotti dalla coalizione ”hanno fatto decine di vittime tra i civili in alcuni quartieri di Tripoli”.

”Condurremo un’inchiesta nella catena di comando per vedere se ci sono prove”, ha detto Bouchard. ”Noi faremo quanto possiamo per determinare se qualcosa e’ successo”. Ad una richiesta di precisazioni, Bouchard ha ggiunto: ”investigheremo per vedere se forze Nato siano state coinvolte o meno”.

Ricordando che la Nato ha assunto ”il comando di tutte le operazioni militari in Libia, da stamattina alle 8”, il generale ha ribadito che l’obiettivo della missione ”è di proteggere i civili da attacchi e da minacce di attacchi”.

Interpellato sulla stessa vicenda, l’ammiraglio Giampaolo Di Paola, presidente del Comitato militare della Nato, aveva in precedenza detto di non avere informazioni e di non potere fare commenti sulle operazioni. ”La Nato ha assunto l’intero comando stamattina alle 8”, ha ricordato Di Paola.

Sono un migliaio le persone rimaste uccise negli scontri tra forze fedeli a Muammar Gheddafi e ribelli in Libia: è la stima accreditata dal governo britannico nel capitolo sul paese nordafricano di un rapporto sui diritti umani.

Nell’aggiornamento trimestrale del rapporto che copre i mesi della ‘primavera araba’ il Foreign Office si è detto ”sconvolto” per le notizie di gravi violazioni di diritti umani durante il conflitto. ”Non ci sono dati ufficiali ma da varie fonti la stima che un migliaio di persone sono rimaste uccise sembra attendibile”, si legge nel rapporto.

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Maria Elena Perrero