Libia. Wikileaks: “Gheddafi ha ancora le bombe chimiche”

Muammar Gheddafi

ROMA – Muammar Gheddafi avrebbe ancora bombe chimiche: molte tonnellate e letali – tra cui l’iprite, un gas che distrugge pelle e polmoni – sarebbero ancora presenti in Libia: Gheddafi avrebbe infatti ‘barato’ sulla loro distruzione, riporta un’anticipazione dell’Espresso sulla base di una serie di cable Wikileaks ‘in esclusiva’ tra alcune cancellerie europee e gli Usa.

Tripoli disporrebbe di un arsenale di armi chimiche, che potrebbe essere usato contro gli insorti (non verso l’Europa, non avendo più a disposizione missili a lunga gittata), sottolinea l’anticipazione spiegando le complicate trattative degli anni scorsi sul disarmo che doveva essere completato entro il 2011. Ma su cui è ‘forte’ il sospetto che ”il Rais possa aver barato, occultando agli ispettori stock di ordigni”.

Negli anni ’80 Gheddafi aveva avviato un ambizioso programma di impianti chimici e nucleari ed il simbolo – si ricorda nell’anticipazione – era lo stabilimento di Rabta. Poi l’invasione dell’Iraq e la caduta di Saddam Hussein aveva convinto il Colonnello a rinunciare, aprendo agli ispettori internazionali e cominciando la distruzione dei gas.

Ma chiedendo che fosse l’Occidente a pagare il disarmo, a cominciare dalla fabbrica di Rabta, dove si sarebbero distillate fino a 40 tonnellate di veleni mortali ogni mese. Fabbrica che l’Italia avrebbe voluto trasformare in stabilimento per confezionare farmaci mentre la Germania – secondo quanto emerso dai cablo dell’ambasciata Usa a Roma – ”avrebbe voluto” vederla ”distrutta piuttosto che riconvertita perché quella struttura rappresenta un dilemma per i politici tedeschi” per i loro ”passati trasferimenti ‘illegali’ di materiale”.

Per disinnescare gli ordigni si era poi aperta un’asta tra le capitali per finanziare la bonifica. E i libici – spiega l’Espresso – avrebbero sfruttano la situazione prendendo tempo e soldi. Con le ambasciate Usa del vecchio continente che rimbalzavano cable sullo ”scarso livello di sicurezza dei depositi” e parlavano di una ”situazione preoccupante”. Il sospetto che emerge incrociando i vari cable è quindi – conclude l’anticipazione – che ”Gheddafi si sia fatto pagare due volte per lo stesso lavoro, senza nemmeno completarlo”. E la Libia avrebbe ancora a disposizione ”tonnellate di bombe letali”.

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