ROMA, 28 NOV- Scarsita' e degrado del suolo e dell'acqua minacciano molte produzioni alimentari chiave in tutto il mondo, con la concreta possibilità che nel 2050, quando la popolazione mondiale raggiungerà i nove miliardi di persone, possa non esserci cibo sufficiente per sfamare tutti.
A lanciare l'allarme e' la Fao (l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura) in un rapporto sullo stato mondiale delle risorse idriche e fondiarie per l'alimentazione e l'agricoltura (Solaw).
Il rapporto sottolinea come sebbene negli ultimi 50 anni si sia registrato un notevole aumento della produzione mondiale, con la superficie mondiale coltivata che si e' estesa del 12% e la produzione agricola che e' cresciuta del 150% tra il 1961 e il 2009, "in troppe occasioni tali miglioramenti sono stati accompagnati da pratiche di gestione delle risorse che hanno degradato gli ecosistemi terrestri e idrici dai quali la produzione alimentare stessa dipende".
Nessuna regione sembra esserne immune: ecosistemi a rischio si trovano infatti, secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, in ogni parte del mondo: dalle montagne della Cordigliera Andina alle steppe dell'Asia Centrale, dal bacino fluviale del Murray-Darling al centro degli Stati Uniti.
I tassi di crescita della produzione agricola sono andati rallentando in molte aree e numero di terreni che hanno ormai quasi raggiunto i limiti della loro capacita' produttiva sta aumentando rapidamente allerta la Fao, che spiega anche come il 25% della superficie agricola mondiale sia degradata.
Il 40% delle terre degradate a livello mondiale si trova in zone con alti tassi di poverta', spiega il rapporto della Fao, secondo il quale per il 2050, la popolazione e i redditi in crescita costante richiederanno un aumento del 70% della produzione mondiale alimentare. Il che significa un miliardo di tonnellate di cereali e 200 milioni di tonnellate di prodotti d'allevamento da produrre in più ogni anno.
Una situazione che porta il Direttore Generale della Fao Jacques Diouf a premere per decisioni rapide. "Sistemi a rischio potrebbero non essere in grado di contribuire a soddisfare i bisogni della popolazione mondiale di qui al 2050- spiega Diouf- le conseguenze in termini di fame e poverta' sono inaccettabili, per questo concrete azioni risolutive devono essere prese ora" .
