
ROMA – Daniele Bosio, 46 anni, di Taranto, dal 2 dicembre scorso ambasciatore per l’Italia in Turkmenistan, è stato arrestato a Manila per violazione della legge sui minori.
Bosio, nel pomeriggio era stato fermato dalla polizia in un commissariato a sud di Manila: prima della conferma dell’arresto Bosio ha avuto la possibilità di dialogare via telefono e via mail, e la Farnesina si era subito attivata tramite l’ambasciata per chiarire le circostanze del fermo, assicurando la “massima trasparenza e rigore” sul caso e “assistenza legale, come si fa in tutti i casi di fermi o arresti di connazionali”.
Il diplomatico, nelle Filippine per una breve vacanza, ha subito respinto l’accusa di aver violato la legge sulla tutela dei minori. Secondo la polizia, nella vicenda sarebbero coinvolti tre bambini. I reati contestati fanno riferimento ad una legge delle Filippine per la tutela dei minori del 1972.
Il fermo poi tramutato in arresto sarebbe avvenuto sulla base di una denuncia, ma ci sono versioni discordanti. Per la polizia locale, il diplomatico sarebbe stato trovato con tre bambini in un appartamento. Per l’Ong filippina Bahay Tuluyan, che lavora in coordinamento con la Onlus internazionale Ecpat (End Child Prostitution, Pornography and Trafficking) e presso la quale sono stati portati i bambini coinvolti nel caso, l’ambasciatore sarebbe stato trovato con i bimbi nella stanza del resort in cui alloggiava. Secondo altre fonti, Bosio sarebbe stato fermato mentre era con dei bambini in un parco giochi.
