Marea nera, il racconto dei 10 giorni: dalle ricerche dei dispersi alla catastrofe

Oggi, dieci giorni dopo l’esplosione sulla piattaforma della Bp che ne ha provocato l’affondamento, la gigantesca chiazza nera lambisce le coste Usa, promettendo una delle più colossali catastrofi ambientali di tutti i tempi. Eppure i primi giorni la priorità era la ricerca dei dispersi e la minaccia ambientale veniva esclusa.

21 aprile: nella notte un’esplosione sulla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon della British Petroleum (Bp) nel Golfo del Messico provoca un vasto incendio. Le persone a bordo sono 126. Diverse navi cercano di spegnere le fiamme e di trovare gli 11 dispersi. I feriti sono 17, alcuni gravi.

22 aprile: affonda in mare la piattaforma e si adagia sul fondo, a oltre 1.500 metri di profondità.

23 aprile: il presidente Barack Obama dichiara che l’incidente è la prima priorità della sua amministrazione. Robot sottomarini cercano di individuare le cause. La guardia costiera Usa esclude che ci sarà un disastro ambientale.

25 aprile: si scopre che uno dei tubi di trivellazione nel fondale marino ha una falla: la fuoriuscita in mare stimata è di 1.000 barili di greggio al giorno. La Bp invia 32 navi sul posto per contenere l’inquinamento.

26 aprile: la chiazza ha raggiunto i 1.500 km quadrati. Robot sottomarini cercano di sigillare la falla, in superficie arrivano le barriere galleggianti. “Il petrolio è nostro e siamo responsabili per la pulizia”, dichiara Bp. Gli 11 dispersi vengono dichiarati morti.

27 aprile: evacuata una piattaforma vicina. La Bp lavora a costruire una “cupola” per coprire il foro di trivellazione sul fondale. Il ministero degli interni Usa ordina un’inchiesta. La chiazza si allarga a 2 mila chilometri quadri e punta alla Louisiana. Si teme il disastro ambientale in quattro stati.

28 aprile: il governo inizia a creare incendi controllati del greggio in superficie.

29 aprile: Obama attiva l’esercito per contrastare la catastrofe, di “gravità nazionale”. Si scoprono altre due falle e la stima della fuoriuscita sale a 5.000 barili al giorno. Si stima che l’80 per cento raggiungerà la costa. Stato d’emergenza in Louisiana.

30 aprile: Bp promette di accollarsi il conto del disastro. Stato d’emergenza anche in Florida. Obama dichiara lo stop a nuove trivellazioni. La marea nera arriva sulle coste della Louisiana.

Published by
Lorenzo Briotti