Marea nera: per Bp niente contratti negli Usa. Porta sbarrata

Marea Nera, per Bp porte chiuse negli Usa

NEW YORK – Dichiararsi colpevole e pagare la multa più pesante di sempre non gli è bastato. Per Bp, il colosso petrolifero responsabile del disastro della marea nera nel 2010, porte sbarrate a nuove contratte negli Usa.

Lo scorso 16 novembre, la BP ha accettato di dichiararsi colpevole – e di pagare agli Usa la cifra record di 4,5 miliardi di dollari – per il disastro ecologico di cui e’ stata responsabile nel Golfo del Messico nel 2010: ora, il governo americano la accusa di ”mancanza di integrità professionale” e la esclude, almeno temporaneamente, da ogni possibilità di contratto con le autorità federali degli Stati Uniti.

La sospensione dagli affari ”e’ una pratica standard quando una questione di responsabilità è sollevata in un caso penale”, ha affermato in un comunicato l’Epa, l’agenzia federale Usa per la protezione dell’ambiente.

La misura, ha sottolineato dal canto suo in un comunicato la BP, ”non riguarda alcun contratto già esistente del gruppo con il governo americano, compresi quelli legati alle attività attuali di trivellazione e produzione nel Golfo del Messico”; dove nell’aprile del 2010 l’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon di cui la BP era responsabile causo’ la morte di 11 persone e il riversamento in mare di centinaia dei milioni di litri di greggio.

Nei giorni scorsi, la BP – che oltre alle vastissime attività che ha nel Golfo del Messico assieme alle sue affiliate ha enormi interessi nella fornitura di carburanti alle forze armate degli Stati Uniti – aveva lasciato intendere che in caso di una sospensione dell’accesso a nuovi contratti e concessioni avrebbe potuto dover rivedere l’intero impianto delle sue attivita’ negli Usa.

Nel comunicato di oggi, la BP, che è il maggiore produttore di petrolio e gas naturale nel Golfo del Messico, afferma tuttavia di essere ”costantemente in contatto” con la Epa, per l’elaborazione di un accordo che portera’ alla ”soluzione e revoca” dell’esclusione temporanea.

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Emiliano Condò