Marea Nera: salta il tappo, ancora petrolio negli abissi

Incidente negli abissi del Golfo del Messico, la’ dove da due mesi fuoriesce a enormi fiotti petrolio targato Bp: un robot sottomarino ha urtato il ‘coperchio’ della Bp che cerca di contenere il petrolio, e i tecnici del gruppo petrolifero sono stati costretti a rimuovere l’intero ‘tappo’. Il flusso di petrolio e’ aumentato cosi’ in modo significativo, anche se parte del greggio viene bruciato in superficie.

Ha cominciato in questo scenario la sua prima giornata di lavoro nel nuovo incarico il neoresponsabile di Bp America, Bob Dudley. La Bp ha infatti optato per un cambio della guardia nel Golfo del Messico: dopo le figuracce rimediate dall’ex direttore esecutivo, Tony Hayward, la responsabilita’ delle operazioni in America e Asia e’ stata affidata a Robert ‘Bob’ Dudley, 55 anni, cresciuto in Mississippi. Che fin dal primo giorno ha dovuto affrontare problemi non da poco.

Problemi accentuati dalla notizia che due persone sono morte in incidenti nel Golfo, anche se non direttamente collegati alle operazioni di contenimento del greggio. Dudley era alla ricerca di un ruolo di alto profilo nella societa’ dopo che nel 2008 era stato cacciato da Mosca in una battaglia con gli azionisti russi della joint venture Tnk-Bp. Da oggi lavorera’ fianco a fianco con le autorita’ Usa e se cercava una sfida l’ha certamente trovata.

Anche perche’ negli Usa si profila una battaglia giuridica senza precedenti in America in materia di trivellazioni. Ieri un giudice della Louisiana, Martin Feldman, aveva ordinato lo stop della moratoria disposta dall’amministrazione Obama. La Casa Bianca ha replicato annunciando ricorso in appello, e il ministro dell’Interno, Ken Salazar, ha reso noto che ”a breve” sara’ varata una nuova moratoria. ”Mentre il petrolio della Bp continua ad uscire, tocchiamo con mano ogni giorno che c’e’ bisogno di una pausa nelle trivellazioni in acque profonde” ha dichiarato Salazar.

E’ probabile pero’ che la Casa Bianca prima di procedere voglia conoscere l’esito dell’appello contro la decisione del giudice Feldman. Per il quale, secondo quanto riportato dalla stampa americana e britannica, si profila una questione di conflitto di interessi. Il giudice ha infatti interessi azionari in molte societa’ che operano nel Golfo, tra cui anche la Transocean (proprietaria della piattaforma Deepwater Horizon). Dalle sue denunce dei redditi riferite all’anno 2008 risulta che ha incassato dividendi da più società.

Molti giudici che operano nelle zone del Golfo del Messico hanno investito nelle compagnie petrolifere, ma – riportano i quotidiani – in gran parte hanno venduto le azioni prima di assumere casi legati all’ emergenza marea nera. Non e’ il caso del giudice Feldman, nei confronti del quale si sono levate molte critiche. ”Se il giudice Feldman ha investito in societa’ petrolifere che operano nel Golfo e’ in flagrante conflitto di interessi” ha dichiarato il direttore di Pew Environment Group, Josh Reichert. Intanto due importanti compagnie petrolifere come Shell e Marathon hanno reso noto che aspetteranno comunque gli esiti dell’appello prima di riprendere le trivellazioni.

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