A decine sono stati alloggiati in motel-galleggianti (flotel), situati o nella zona vicina al pozzo petrolifero danneggiato, oppure nelle zone del Golfo dove e’ piu’ urgente il contenimento del petrolio. Ma dopo oltre quaranta giorni di attivita’ dal momento del loro impiego, i lavoratori sostengono di non aver ancora visto un soldo di paga, e si rifiutano cosi’ di continuare a vivere in quello che considerano una sorta di carcere in mezzo al mare.
”Siamo in sciopero, da oggi ci rifiutiamo di continuare ad andare a lavorare – ha dichiarato il portavoce Jules Dag -. Quando abbiamo firmato il contratto nessuno ci ha detto che saremmo andati a vivere in un ‘flotel’, come lo chiamano loro. Sono ormai quaranta giorni che lavoriamo, ma non abbiamo ancora visto un dollaro”. Tra i lavoratori, c’è chi ha paragonato la vita nel ‘flotel’ a quella di un carcere: costretti a vivere in celle di pochi metri quadri, in condizioni igieniche precarie, tra misure di sicurezza ”molto relative”. E per di piu’ senza paga, almeno finora.