MILANO – ”E’ assurdo che un paese così invii in Russia quattro lesbiche solo per dimostrare che in quel paese i diritti dei gay sono calpestati. Lo facciano in altre occasioni “. Mario Pescante, ex presidente del Coni e membro del Cio, se la prende con gli Stati Uniti, intenzionati a inviare quattro atlete russe alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali di Sochi, in Russia. Una implicita protesta contro le politiche anti gay del Paese di Putin.
”La Cecenia è a un tiro di schioppo anche se i controlli sono molto severi e quasi personalizzati, ma c’è un altro tipo di terrorismo che ci preoccupa, che è quello politico in nome di diritti che tutti condividiamo ma non devono essere avanzati solo alle Olimpiadi”.
Pescante coglie l’occasione del Consiglio Nazionale del Coni riunito a Milano per lanciare il suo affondo contro il ‘boicottaggio’ di alcuni paesi che non manderanno rappresentanti istituzionali a Sochi per protesta contro alcune leggi discriminatorie della gestione Putin. In particolare se la prende con gli Usa che saranno rappresentati alla cerimonia inaugurale da esponenti del mondo omosessuale.
“I politici ad ogni Olimpiade ne approfittano. Basta con queste strumentalizzazioni: i Giochi non possono essere l’occasione e il palcoscenico per rivendicare diritti che lo sport sostiene quotidianamente. E meno male che 2700 anni fa si fermavano anche le guerre per i Giochi. Ora assistiamo a atti di terrorismo politico. Su questo farò un intervento al Cio”.