ARUSHA – Ambilikile Mwasapile, 76 anni, è un pastore luterano in pensione che vive nella Tanzania profonda e rurale. È anche una celebrità in due nazioni. Per giorni, perfino settimane, ha bloccato il traffico per chilometri e chilometri. E’ così popolare che a decine sono (letteralmente) morti mentre erano in fila per vederlo, altri invece usano addirittura l’elicottero per raggiungerlo più in fretta. Deve la sua fama a un intruglio di erbe miracoloso. La pozione, assicura, può curare qualunque malattia.
A separare l’ultimo della fila dalla capanna del reverendo Ambilikile “Babu” Mwasapile, pochi giorni fa, c’erano ben ventisei chilometri. Un serpente umano, malato ma fiducioso, composto da svariate migliaia di storie diverse che non si lasciano scoraggiare dal sole o dalla pioggia, e che sono pronte ad affrontare qualsiasi ostacolo pur di poter bere qualche sorso della pozione magica. Qualcuno di loro, però, non ce la fa.
Ben 52 persone, secondo quanto riferiscono i media locali, avrebbero infatti pagato con la loro vita la lunga attesa per incontrare Babu. “Sono morti per le lunghe code”, ha confermato Isidore Shirima, un agente di Arusha, città a nord della Tanzania a sei ore di macchina dal villaggio dei pastori dove vive il reverendo. “Non vogliamo fermare le visite, ma dobbiamo organizzarle meglio”.
Mwasapile, ex predicatore luterano, vive a Samunge, un villaggio nel bel mezzo della savana vicino al confine tra il Kenya e la Tanzania. Ha iniziato a somministrare il suo intruglio, fatto con erbe ed acqua, molti mesi fa. Una tazza costa 500 scellini tanzani, circa 5 centesimi di euro, e si crede possa curare tutto: dall’Aids al cancro, dal diabete alla pressione alta.
Gli ingredienti della bevanda sono, ovviamente, segreti ma le autorità tanzane, secondo quanto riporta il maggior quotidiano kenyota “The Daily Nation”, ne hanno analizzato il contenuto, stabilendo che non è dannoso per la salute.
Il villaggio dove abita Babu è isolato, le strade sono inaccessibili ed è difficile raggiungerlo dalle città vicine, specie quando piove; e qui, quando piove, piove. La fama del predicatore però supera ogni barriera, anche tecnologica, tanto che Mchungaji Ambilikile Mwasapile ha addirittura una pagina su Facebook. Alcuni malati sono persino stati fatti uscire dagli ospedali per poter essere curati dalla pozione marrone chiaro che sa di tè senza zucchero.
I guaritori tradizionali sono un elemento centrale della cultura africana. Le loro cure, in alcune zone del continente nero, sono più importanti della medicina moderna, anche se a volte i loro insegnamenti hanno una vena macabra. In Tanzania, ad esempio, in molti credono che le parti del corpo delle persone albine portino fortuna. Questo ha portato una vera e propria caccia agli albini, che vengono uccisi dai bracconieri per poi rivendere le loro ossa per centinaia di dollari.
La strada che porta alla capanna di Babu sembra un campeggio. Donne, anziani, bambini, tutti in fila aspettano il loro turno. C’è tantissima gente, troppa, tanto che il predicatore ha dovuto chiedere di fermare i pellegrinaggi fino a che non avrà potuto servire chi è già in coda da giorni.
“Alcuni sono arrivati in elicottero – ha assicurato Esther Lally, neolaureata che vive ad Arusha -. Erano dei politici tanzani”. Nel 2009 la Tanzania ha messo fuori legge i guaritori tradizionali e gli stregoni, ma lo scorso lunedì il primo ministro Mizengo Pinda ha assicurato che non farà nulla per fermare il reverendo Mwasapile.
“E’ una questione di fede”. Esther Lally ha bevuto la pozione due settimane fa per curare le sue ulcere. Secondo lei ha effetto. “Se credi che funzioni, funziona”.