Messico, stupri di massa sulle donne dirette negli Usa

CITTA’ DEL MESSICO – Un viaggio della speranza ad altissimo rischio stupro: è quello compiuto dalle sudamericane che attraversano i cinquemila chilometri di territorio messicano per arrivare negli Stati Uniti.

Otto su dieci, scrive El Pais, rischiano lo stupro da parte di delinquenti o poliziotti. Riempirsi la borsa di preservativi spesso non basta, perché gli stupratori non li vogliono usare. Per questo dilaga l’uso del Depo-Provera, anticoncezionale che viene somministrato per endovena. Costituito da un solo ormone,  il medroxiprogesterone, che impedisce il rilascio dell’ovulo per tre mesi, il Depo-Provera è così comune tra le donne che attraversano il Meessico per raggiungere il  “sueño americano” da essere stato ribattezzato “l’iniezione anti-Messico”. Anche se secondo alcune Ong americane è pericoloso per le ossa e il sistema ormonale.

Ma meglio questo di uno stupro, penseranno molte migranti in cerca di speranza. Perché sono donne la maggior parte dei migranti diretti negli Stati Uniti: il 57 per cento delle guatemalteche, il 54 per cento delle salvadoregne e honduregne, secondo il Tavolo Nazionale per le migrazioni del Guatemala.

Alcune, per stare un po’ più tranquille, prendono un marito a tempo. Sono i “maridos”, mariti fittizi che offrono protezione durante il viaggio in cambio, comunque, di prestazioni sessuali. Insomma: sesso continuo con una persona fissa anziché sesso con stupratori sconosciuti.

Resta il comun denominatore del sesso coatto, della violenza, del corpo maltrattato, usato nel migliore dei casi.

 

 

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Maria Elena Perrero